da Estense Com
La moschea dei luoghi comuni
la polemica in corso riguardante la moschea di via Traversagno finora s’è palesata in luoghi comuni privi di qualsivoglia spiegazione. Sembra assodato che tutti (sia i pro che i contro) sappiano tutto sull’argomento di cui discutono: cos’è una moschea e quale precipuo significato abbia per gli islamici; quali differenze sostanziali ci siano fra un luogo di culto islamico e uno ebraico o cristiano; se un luogo di culto può modificarsi in centro culturale-ricreativo e viceversa (a differenza dei nostri “luoghi consacrati”), cos’è un Imam, come è scelto, con quali criteri è selezionato e quali sono i suoi poteri rispetto a quelli di chi ha guida d’anime in altre confessioni; quali “correnti” islamiche sono coinvolte in quella moschea, e a quali grandi suddivisioni appartengono (Sunniti, Sciiti, Wahhabiti); se per questioni religiose c’è l’obbligatorietà di una sola lingua; se ci sono adempimenti dei fedeli islamici in netta difformità dalle nostre leggi civili.
Vorrei sbagliarmi, ma sospetto che nessuno, fra quelli che hanno scritto ai giornali e fra gli amministratori che hanno vagliato la pratica della licenza edilizia, abbia nozioni minime sui punti succitati. In tal caso la diatriba sarebbe stolta, al pari del più vacuo disinteresse.
Paolo Giardini