“FUTURISMO OLTRE I FUTURISTI”
Una novità editoriale e una ricerca sulle arti del Futurismo
IN DISTRIBUZIONE IN QUESTI GIORNI
Lo studio è curato da Pierfranco Bruni e si arricchisce di contributi scientifici di studiosi, critici letterari e giornalisti come: Gerardo Picardo, Marilena Cavallo, Neria De Giovanni, Silvano Trevisani, Micol Bruni, Carmen De Stasio
UNA PUBBLICAZIONE DEL CENTRO STUDI E RICERCHE “FRANCESCO GRISI”
Nelle edizioni NEMAPRESS Con la collaborazione della rivista “Il Cerchio”
Una analisi che intreccia l’anima filosofica del Futurismo con le arti
Un percorso dentro la cultura e la lingua dell’Italia
Il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, diretto da Pierfranco Bruni, in occasione del Centenario del Manifesto sul Futurismo, pubblica un volume dedicato completamente ai temi e alle problematiche relative alle culture del Futurismo: dall’arte alla filosofia, dalla letteratura ai Futurismi. Il testo vede la collaborazione della Casa editrice Nemapress e della rivista “Il Cerchio” diretta da Giulio Rolando.
Il titolo va oltre ogni schematismo e si inserisce in un profilo originale e metodologicamente adatto ad un approccio sistematico sui percorsi posti dal progetto futurista stesso. “Futurismo oltre i Futuristi”. La nota introduttiva è firmata da Roberto Burano, vice presidente del CSR “Francesco Grisi”.
Lo studio è proposto come modello metodologico per la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
Il saggio è curato da Pierfranco Bruni che firma tutta la prima parte del saggio con vari capitoli che affrontano i seguenti argomenti:
“Il Futurismo e la sua anima filosofica”; “Il Futurismo come modello rivoluzionario”; “Futurismo e Futuristi”; “L’importanza dei Manifesti”; “Il Manifesto ai giovani meridionali. Un progetto di poesia”.
Dopo questa prima parte il lavoro si articola con argomentazioni come:
“Tra caos e lampi d’avanguardia. Un’officina di canaglie a caccia della vita” di Gerardo Picardo; “Il Futurismo della piazza nel teatro. La parola come rivoluzione del linguaggio” di Marilena Cavallo; “La presenza Futurista nella letteratura albanese e nella cultura armena” di Micol Bruni; “Futurismo: persistente efficacia di una provocazione” di Silvano Trevisani; “Il segno Futurista. Una versatile prospettiva culturale” di Carmen De Stasio; “Futuristicamente donne” di Neria De Giovanni.
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...