RIFLESSIONI SULLA DEMOCRAZIA. DA RENZO DE FELICE A JURGEN HABERMAS

Per il pensatore tedesco i processi decisionali sono stati svuotati dal prevalere dei meccanismi di mercato, anche se attribuire la genesi di democrazie di facciata non può essere attribuito soltanto ad un capitalismo sfrenato e senza regole. E ciò perché potrebbe distogliere l'attenzione da altri importanti fattori generici che provocano il declino dello spirito democratico e che sono non immediatamente economici. Il sintomo della crescente disaffezione di massa prende corpo nella natura stessa della democrazia di massa come intuì lo stesso Tocqueville soprattutto nel puntare il dito sulla demagogia intesa come amore smodato e rovinoso della democrazia. Non a caso la maggioranza votante rappresenta pur sempre una minoranza rispetto al numero dei cittadini aventi diritto al voto. D'altra parte Habermas ha confessato nel 2015 alla rivista francese ESPRIT che la sua concezione di democrazia nell'era della globalizzazione resta ancorata a quella del socialismo parlamentare, senza mai cedere alle tentazioni del marxismo ortodosso. La sua generazione, ha detto nell'intervista, Habermas fu segnata nella ricerca di "quegli oscuri geni nemici della ragione che dovevano avere le loro radici nella nostra stessa tradizione". I populismi di destra o di sinistra, per Habermas, mettono in folle la democrazia, avendo abbandonato più di altri movimenti politici quella teoria critica che resta il nocciolo del discorso filosofico della modernità. Avviene, in fondo, quello che temeva il grande storico italiano Renzo De Felice, il quale vent'anni fa ammoniva che le disfunzioni della democrazia  occidentale "denunciano ogni giorno di più il rischio o di una demotivazione collettiva, che equivarrebbe alla fine della democrazia stessa, o il prevalere di gruppi economici o di mero potere, che non possono che essere un ostacolo mortale sulla via, già tanto accidentata, di una progressiva integrazione degli Stati nazionali. Circostanza che si sta verificando nelle democrazie occidentali, anche alla luce di sfide inedite e di mancanza di esempi cristallini da parte di élites politiche smarrite e non più all'altezza delle esigenze di moralità ed equità.
Casalino Pierluigi.