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LA PARABOLA DELLA TURCHIA OTTOMANA E RIFLESSIONI SULL'OGGI

Nel secolo XIX i paesi balcanici riconquistavano la propria libertà nazionale e la Turchia veniva ridotta in Europa ad una misera punta di terra, mentre dal Caucaso il potere russo zarista riusciva a staccare altre terre a Costantinopoli e svincolare anche la Persia dal vassallaggio verso la Sublime Porta. L'Arabia stessa, per opera del capo dei Wahabiti, Ibn Saud, caccia i turchi dal Negd e dallo Shammar fra il 1906 e il 1912, mentre lo Yemen fa altrettanto nel 1918, anno in cui termina la prima guerra mondiale. Gli Stati europei nella loro espansione coloniale già hanno tolto agli ottomani ogni ingerenza nelle terre del Nord Africa. Dallo sbarco francese ad Algeri (1830) alla conquista della Libia (1912) e alla guerra balcanica (1912-1913) la Turchia si ritira completamente dall'Africa e dai Balcani. I tentativi estremi di Abdul Hamid, il sultano rosso, con l'aiuto delle confraternite islamiche dei Senusiyyah e dei Mirghaniiyyah non riescono a galvanizzare la compagine pericolante dell'Impero. La guerra mondiale (1914-1918) dà l'ultimo colpo al "grande malato" turco-ottomano e le conferenze di pace di Sanremo e di Sèvres ne segna la morte definitiva. Tutte le terre dominate dagli Ottomani, tranne la Tracia e l'Anatolia, vengono perdute, passando sotto l'influenza delle potenze vincitrici, cioè di Francia e Gran Bretagna, o divenendo autonome. Anche la ripresa nazionalista di Kemal Pascià noto come Mustafà Kemal Ataturk, non riesce che a salvare la sola Turchia, ridonandole la coscienza unitaria e rafforzandola socialmente ed economicamente. Nel 1922, deposto l'ultimo sultano ottomano di Costantinopoli, Maometto V, viene nominato successore il principe Abdul Megid, ma dopo due anni il governo kemalista inizia la sua politica laica, sbarazzandosi anche di questo fantomatico relitto del vecchio Islam. Da allora non esiste più il sultano, nonostante i ripetuti tentativi anche attuali di sultani secolari che reggono stati arabi. Il declino turco ha segnato non solo in parte la decadenza dell'Islam storico, che anzi negli ultimi secoli si è esteso al di fuori dell'antico regno abbasside. Ciò nondimeno la Turchia laica ha creato uno sviluppo straordinario sociale e politico che solo di recente viene rimesso in discussione da un dolente rinchiudersi in una nuova forma di islamismo di vertice, rappresentato da élites antistoriche che tendono a riportare indietro la Turchia nel contesto di segrete regie di potere in corso in seno all'Islam contemporaneo.
Casalino Pierluigi

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