1917

Era il 1917 e da tre anni continuava l'immane e drammatica carneficina di un conflitto che aveva distrutto nel sangue e nella tragedia delle trincee le illusioni di una belle époque di progresso materiale e civile, oltre che di spensierata ed incosciente gaiezza: l'affondamento del Titanic, infatti, aveva annunciato qualche tempo prima il destino di un mondo in procinto di crollare. Le tante scoperte tecniche e scientifiche dei decenni precedenti trovavano sempre di più applicazione nelle esigenze belliche in corso ai fini di uno sterminio di massa che un coraggioso Pontefice Romano definì l'inutile strage. Gli stessi assetti ed equilibri sociali stavano cambiando repentinamente con il forzato impiego delle donne nei ruoli di operaie nelle fabbriche di armamenti, stante l'assenza della popolazione maschile inviata al fronte. La stessa avventura futurista, ricca di grandi intuizioni e di speranze avveniristiche sembrava reclinarsi nel dramma della guerra, che gli artefici della società nuova avevano visto come momento di riscatto e di rinnovamento. L'Europa, dilaniata dagli opposti nazionalismi, favoriva l'arrivo in forze militari ed economiche degli Stati Uniti, contro gli Imperi Centrali sul Vecchio Continente con un protagonismo che andrà crescendo dopo la seconda guerra mondiale. La Russia zarista crollava sotto il peso di una guerra gravida di conseguenze dirompenti al suo interno con lo sviluppo del sistema sovietico, creando le condizioni, con la contemporanea ascesa dell'America, dell'attuazione della celebra profezia di Alexis De Tocqueville circa il futuro condominio mondiale tra Mosca e Washington. L'Italia, a sua volta, subiva l'umiliante disfatta di Caporetto, segnale inquietante dell'inettitudine della classe dirigente liberale, che, nonostante la vittoria del 1918, troverà il suo fallimento sia durante la Conferenza di Pace di Sanremo del 1920 (durante la quale gli anglofrancesi si divisero le spoglie dell'impero ottomano alle spalle di un'Italia che sperimentò anche le mancate promesse per il suo ingresso nel conflitto). Il 1917 resta, pertanto, un anno basilare nella storia del Novecento, un secolo che non a torto fu definito "breve", anche per l'intensità dei suoi eventi e dello straordinario peso dei eventi, le cui dinamiche non sono ancora concluse nel presente secolo, tra nuovi rischi ed accresciute incertezze.
Casalino Pierluigi