LA LEZIONE DI MONTEQUIEU

Pochi filosofi del passato sono presenti nella nostra vita di tutti i giorni quanto Montesquieu. Anche le nostre moderne costituzioni sono modellate sul principio della separazione de tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, formulata per la prima volta nello Spirito delle Leggi. Ogni discorso sulla possibilità di esportare la democrazia fuori dell'Occidente è, consapevolmente o meno, debitore delle sue riflessioni sul dispotismo. Tuttavia se vogliamo rifarci più compiutamente alla lezione di Montesquieu occorre risalire al suo capolavoro romanzesco Le lettere persiane, con la geniale intuizione di rappresentare l'Europa del XVIII secolo attraverso le impressioni di un piccolo viaggio di viaggiatori orientali. Oggi, al posto dei persiani, potremmo incontrare degli extraterrestri o magari dei migranti asiatici, ma il meccanismo rimarrebbe lo stesso: il sé colto negli occhi dell'altro. Come tutti i filosofi, Montesquieu rischia di essere ricondotto ad una manciata di idee e di enunciazioni se pur di straordinario impatto. Il miglior antidoto a questa deviazione, è quello di riandare ai testi originali che anche in Italia sono stati ripubblicati con il testo francese a fronte nel 2015 dall'editore Bompiani a cura dello studioso Domenico Felice. Una lettura tanto più necessaria quanto utile per comprendere il senso profondo della funzione politica che attraversa una fase critica senza precedenti.
Casalino Pierluigi