AMORE E RIVOLUZIONE NELLA RUSSIA SOVIETICA: UNA TRAGICA ILLUSIONE

Edmondo De Amicis aveva scritto un piacevole Amore e Ginnastica che ha avuto il pregio anche di far sorridere sui sentimenti comunque celebrati di un nobile amore, collocato nel contesto dell'attività ginnico-fisica. Non così si poteva dire di Amore e Rivoluzione, cioè di quel tentativo di far convivere i sentimenti amorosi con la Rivoluzione Sovietica. Il partito doveva prevalere su tutto, anche sui sentimenti, anche sull'amore. Per il partito tutto era trasformato burocraticamente in una visione di realismo ottuso che non ammetteva distinzione tra pubblico e privato. Era dunque difficile nella Russia sovietica che anche un sentimento come quello amoroso potesse godere di una naturale libertà, se non il suo esercitarsi nell'ambito della vita in comune, con i figli educati dallo Stato comunista in vista della nascita dell'uomo nuovo sovietico. Anche chi credeva nella Rivoluzione si dovette ricredere di fronte a questa fanatica deriva socialista, in cui tutto veniva sovvertito, appunto, dal sesso all'arte. A Nuoro, in Sardegna, una mostra ci narra la vicenda storico-sentimentale di quel periodo. Si rivive la stagione aberrante di un modo di essere che coinvolse e schiacciò anche chi onestamente credeva nell'ideale comunista. Il sogno utopico libertario dei giovani bolscevichi si stava drammaticamente in un inferno: inferno che troverà il suo epilogo tragico negli anni Trenta, durante la fase tragica delle purghe staliniane. L'avanguardia civile, sociale ed artistica, nata con tante speranze, era già stata soffocata come fu soffocata a suo tempo la giusta rivendicazione di più partecipazione e solidarietà dei rivoltosi di Kronstadt.
Casalino Pierluigi