Il critico d'arte chiarisce il senso di una sua provocazione
Bronzi di Riace, Sgarbi: «Non ce l'ho
con i calabresi, ma con chi li governa»
«In realtà è l"Italia che non è in Calabria. E lo dimostra il fatto
che può essere sciolto per mafia il Comune di Reggio Calabria
e non quello di Milano, dove la 'ndràngheta è certamente presente»
ROMA- Sta suscitando non poche polemiche la provocazione di Vittorio Sgarbi che alcuni giorni fa, per lamentare il diniego al trasferimento dei Bronzi di Riace da Reggio Calabria a Milano per l'Expo 2015, ha dichiarato: «La Calabria non è in Italia»
Sgarbi chiarisce il senso di quella che era ed è una chiara provocazione:
«I calabresi non hanno le stesse garanzie dei cittadini italiani perché sono stretti tra la criminalità mafiosa e lo Stato. In realtà è l'Italia che non è in Calabria. E lo dimostra il fatto che può essere sciolto per mafia il Comune di Reggio Calabria e non quello di Milano, dove la 'ndràngheta è certamente presente.
Io non sono contro i calabresi - spiega Sgarbi - ma contro chi li governa, e con i ministri dell'Interno che applicano leggi speciali alla Calabria umiliando i cittadini onesti e costringendoli a vivere in perenne emergenza, come se in Calabria ci fosse una epidemia.
Questo - conclude Sgarbi - era il senso delle mie parole. In Italia ci sono due Stati: perché i Bronzi non si possono portare a Milano e il Satiro Danzante di Mazara, che è della stessa epoca, gira il mondo ?»
(Nino Ippolito)
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