ESTENSE COM
di Marcello Celeghini
Storie
accadute veramente o che avrebbero potuto accadere? Su questo
interrogativo si sviluppata l’altra sera la presentazione, in occasione
dell’ultimo appuntamento della rassegna Autori a Corte, de “L’abbazia
dei cento peccati”, il nuovo libro di Marcello Simoni, rivelazione
letteraria ferrarese degli ultimi anni. Nella prima parte della serata
altri due autori hanno avuto modo di presentare i loro lavori: si tratta
di Luigi Bosi con “Al tempo dei lupi” e Franco Mari con “Marrano”,
entrambi editi da Este Edition. Tutti questi romanzi hanno un unico filo
conduttore: la città di Ferrara e la sua storia millenaria.
“Al
tempo dei lupi” rispolvera una vicenda di storia ferrarese assai poco
conosciuta. Siamo nella seconda metà del Cinquecento, negli anni in cui
il duca di Ferrara era Alfonso II d’Este. L’ultimo duca è un sognatore e
ha grandi progetti per il suo ducato. Il più grande progetto è quello
di edificare una ‘nuova Ferrara’ alle foci del Po, un po’ come i Medici
avevano fatto nel fondare Livorno. Alfonso è un amante dei lupi e per
vezzo ne fa procreare a dismisura nelle campagne del basso ferrarese,
proprio attorno a dove sta cercando di costruire la nuova città.
Tra
vicende grottesche e tragiche gli abitanti del luogo si troveranno a
che fare con il dilagare dei lupi e con le smanie di grandezza del
Principe, tutto mentre si sviluppa l’amore passionale della passatrice
Silviana e del cacciatore Manlio. “Marrano” è invece ambientato a metà
Ottocento, precisamente nel 1848, ed ha come teatro della vicenda il
ghetto di Ferrara. Un ricco commerciante ebreo, tale Ezechiel Vita,
diviene il bersaglio di ripetute vessazioni da parte del legato
pontificio, il conte Filippo Folicaldi, che allora aveva per conto del
Pontefice il dominio su Ferrara. Il dipanarsi delle peripezie che
riguardano il personaggio avranno inevitabilmente da sfondo quelle della
tensione che si respirava durante i moti risorgimentali.
Il
nuovo romanzo di Marcello Simoni, già vincitore del 60° Premio
Bancarella con “Il mercante dei libri maledetti”, ruota tutt’attorno ad
una misteriosa reliquia, il Lapis exili. “L’abbazia dei cento peccati”,
edito da Newton Compton, è un romanzo, ambientato nel XIV secolo, che ha
portato l’autore ad immergersi nella storia della sua terra; la
vicenda, con la sola eccezione di Parigi, si dipana tra la città di
Ferrara e l’Abbazia di Pomposa. Misteri ed intrighi accomunano i destini
di un monaco, un abate, un giovane talentuoso pittore e un cavaliere a
quali fa da sfondo il complesso panorama politico del Trecento; dalla
cattività avignonese del pontefice al sorgere della Guerra dei Cent’Anni
e alla difficile situazione politica locale con gli Estensi intenti a
solidificare il loro giovane stato.
“Il
XIV secolo è un momento storico straordinario- commenta Marcello
Simoni- in quel secolo che noi immaginiamo così buio per via della
peste, in realtà vengono poste le basi dell’età moderna. Il medioevo
viene spesso dipinto come un’epoca oscura e buia, ma in realtà è un
periodo ricchissimo di sfaccettature. È un’epoca di luce, basta pensare
alle grandi vetrate delle cattedrali gotiche o al simbolismo medievale.
Per ambientare un romanzo nella mia città- racconta l’autore- è stata
necessaria una profonda disamina delle fonti storiche perché la Ferrara
del XIV era molto diversa dall’attuale. Pomposa invece ancora oggi è il
Medioevo, nel senso che dentro quelle antiche mura sono racchiuse le
essenze di quell’epoca: pensiamo all’arte, piuttosto che alla musica,
alla scomparsa biblioteca o alla presenza benedettina”.
LA NOTIZIA H24 ROMA
Marcello Simoni, L'abbazia dei cento peccati (NewtonCompton, 2014). presentazione a Ferrara, Autori a Corte, giovedì 8 agosto, Giardino delle Duchesse, a cura Gruppo Editoriale Este Edition, La Carmelina, Ferrara-Roma).
Il nuovo libro del bestsellers man ferrarese (di Comacchio, piccola splendida Venezia nella riviera locale), Marcello Simoni, finalmente consacra nella letteratura una delle Abbazie, di Pomposa, più belle d'Italia e non solo. Nel nuovo romanzo anche una particolare seconda Abbazia.. quella di Reims. E l'Abbazia, un leitmotif dello scrittore, gotico fantasy, che si conferma la più autorevole via italiana alla Dan Brown, in progress, operazione non facile dopo diversi romanzi cronologicamente assai vicini. Simoni ulteriormente conferma le sue peculiarità narrative: una cifra specifica, uno Stile certamente meno barocco del Maestro, più minimalista e quasi tecnologico, una elaborazione e creAttività più fredda come un puzzle digitale, via via capace come una inseminazione stagionale di far fiorire a suo tempo, il suo meraviglioso e softnoir futurevo o futuro anteriore o fantasy gothic come accennato, lanciando nei fatti - ormai- dopo diverse e sempre brillanti produzioni, un vero e proprio Fantasy all'Italiana. In tale scansione e quasi project, certamente si riflette il Simoni nato come storico e saggista di archeologia, in certo senso: un poco, nello stile e nella Parola, fermo restando astronavi letterarie dissimili, Simoni, scienziato e scrittore come un certo Asimov, scienziato e poi celeberrimo come scrittore di fantascienza, una science fiction molto "terrestre", al di là del significante spesso letteralmente Spaziale (ma si ricordi la serie fondamentale dei robot e comunque anche le saghe spaziali, quasi cronache, psicostoria.. del futuro possibile). Non ultimo, lasciando altrove un zoom specifico sulla trama e la non trama del lavoro ultimo dello scrittore, se non una particolare accentuazione sull'Anima femminile (diverse figure in primo piano tra conventi ecc, non ultimo una esplicita riaffermazione del sublime erotico femminile stesso come paradossale via spirituale all'intelletto -donde affiora altro medioevo perduto in tal caso propulsivo), tempo di analizzare l'opera di Simoni davvero come una diversamente saga fantasy, come un singolare e tecnomagico corpo letterario unico, dal Mercante dei Libri....alla biblioteca alchemica... a quest'ultimo ambientato, come accennato, in un "pianeta" letterario quasi campo da giochi dell'autore, l'Abbazia di Pomposa, a due passi da Comacchio. L'Abbazia stessa, icona e ciberspazio narrativo centrale nel romanzo, infine, esita quasi come un Faro 2.0, pur di luce fatta dalla storia e dall'immaginale storico persino pre 1.0, in tal senso. Per forza di Parola, esita certamente una sorta di specchio diversamente biografico, ancora una volta spicca una delle caratteristiche più inedite e poco frequentate nel panorama letterario prevalente: nessuna indulgenza soggettuale, sempre la Materia letteraria (e la fantastoria) come fiction oggettivante. E il tutto, dapprima, come accennato, compresso, zippato quasi, poi scaricato, uploadato in una macchina computer narrativa metaforicamente senziente, laddove l'autore nel fluire delle pagine celebra finalmente la parola come nuova bellezza e psicoletteratura del nostro tempo; certo stesso Fantasy Noir particolare come mito moderno e postmoderno. E, ne siamo certi, registro di sistema di Marcello Simoni, perfettamente consapevole, in tal senso, pur nella diversità globale, non distante dai celebri fantasmi cibernetici di un certo Calvino, sempre come macchina narrativa. Nello specifico, almeno parzialmente, quasi una metodologia d'indagine, non a caso, archeologica clonata nel fare letteratura. Roby Guerra Info http://www.ferraraitalia.it/il-maestro-del-thriller-storico-marcello-simoni-ospite-dellultimo-appuntamento-di-autori-a-corte-17043.html Marcello Simoni wikipedia |