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Como, gli anni 30 futuristi e astrattisti

ART TRIBUNE



La mostra si pone come ideale successione alla rassegna organizzata nel 2013 dal Comune di Caglio, dal titolo "Antonio Sant'Elia e i compagni del tempo futurista. Milano 1911-1915", con la rinnovata volontà di definire una temperie culturale legata al territorio eppure proiettata in ottica internazionalista, caratterizzata da una spiccata sensibilità sperimentale e da un fitto dialogo tra pittura, scultura e architettura.
L'esposizione presenta una trentina di opere che attraversano il clima culturale comasco nell'epoca compresa tra il 1934 e il 1943, termine dettato dalla scomparsa di due figure fondamentali del razionalismo lariano e nazionale, gli architetti Giuseppe Terragni e Cesare Cattaneo.
Como e Milano si rivelano negli anni Trenta due poli propositivi dell'astrattismo e del razionalismo proiettati in ottica europea e aperti a una sperimentazione nel segno dell'integrazione delle arti con il mondo dell'industria e della produzione. In particolare Como si presenta come attivo laboratorio progettuale del "Gruppo Como", sodalizio di artisti e architetti di area lariana che, in assenza di un vero e proprio modello programmatico, condividono nella pratica l'adozione di un linguaggio speculare alla ricerca di uno "spazio armonico", concretizzando un fortunato modello di "unità delle arti", traguardo al tempo inseguito in Italia e in Europa, eppure raramente attuato.
La presenza in città dell'architetto Terragni assume un ruolo propositivo nel passaggio dalla figurazione alla ricerca astratta dei pittori Mario Radice e Manlio Rho. Di più accentuata tensione lirica la sperimentazione di Carla Badiali, connessa, al pari di quella di Rho, con le arti applicate. L'influsso di Rho si riflette nell'opera dello scultore e pittore Aldo Galli, evoluta da scansioni geometriche statiche a successive tensioni dinamiche, alla ricerca di un possesso plastico impetuoso dello spazio.
Il passaggio dalla prima fase del razionalismo, rappresentato dal rigore architettonico della Casa del Fascio di Como (1932-1936) di Giuseppe Terragni, ispiratore nei confronti degli artisti di modelli spaziali tetragoni, avviene attorno al 1936, allorché il riferimento a morfologie statiche viene superato a favore di moduli più dinamici, polidimensionali, sintonizzati sull'esempio dell'attività progettuale di Cesare Cattaneo.
La sezione dedicata a pittura e scultura, curata da Nicoletta Colombo e Anna Maria Bianconi, raccoglie saggi provenienti dal collezionismo privato, eseguiti in epoca 1934-1943 da Mario Radice, Manlio Rho, Carla Badiali, Aldo Galli: opere ad olio, tecniche miste, sculture, alcune particolarmente indicative dei valori simmetrici emersi dal dialogo tra le discipline artistiche e quelle architettoniche (M. Radice, Composizione 1936-1938; M. Radice, Composizione n. 19, 1937; M. Rho, Composizione 1939-1940; M. Rho, Composizione 1940; C. Badiali, Composizione n. 37, 1935-1936).
La coeva indagine architettonica di area comasca è documentata da studi, plastici e materiali raccolti in un'apposita sezione, curata dallo storico dell'architettura Roberto Dulio. In questo settore sono esibiti elaborati grafici e modelli provenienti da collezioni private, dall'Archivio Terragni e dall'Archivio Cattaneo di Cernobbio, nonché progetti di Pietro Lingeri di proprietà del Comune di Tremezzina, Lenno. Oltre alle testimonianze dei lavori progettuali della triade Terragni-Lingeri-Cattaneo, relative a realizzazioni di area comasca ma anche milanese (nella Milano degli anni Trenta il "Gruppo Como" trovava attenzione di critica, collezionismo e committenza), sarà testimoniato, all'interno della sezione documentaria dedicata a cataloghi d'epoca, pubblicazioni rare, lettere e fotografie originali, anche il ruolo dell'architetto Alberto Sartoris, poliedrico e instancabile organizzatore culturale e trait d'union tra architetti e artisti, tra cultura lariana, milanese e europea, tra astrattismo e futurismo. Corredano la mostra la proiezione di un video e visite assistite.
Una conferenza sul tema sarà tenuta da Nicoletta Colombo il giorno 8 agosto alle ore 17 presso il Teatro Segantini di Caglio.


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