Tecnopolitica: Antonio Saccoccio su Beppe Grillo

 
 
 
 

 
  

La vittoria dell'astensionismo e i sei limiti del M5S

 
 
Elezioni comunali 2013, vediamo com'è andata a finire. I partiti di centro-destra e centro-sinistra urlano all’unisono: l’unico dato significativo è il crollo del M5S. In realtà, se è vero che il M5S subisce una notevole battuta d’arresto, l’unico dato significativo appare un altro: il crollo della partecipazione al voto. In queste elezioni ci sono tanti sconfitti e un solo vincitore: l’astensione. I dati sono incontrovertibili. Basti soltanto pensare che in grandi regioni come il Lazio, l’Emilia-Romagna e la Toscana l’affluenza è scesa del 20% rispetto alle precedenti elezioni. A Roma siamo in pratica al pareggio tra votanti e astenuti. Quindi, a 3 mesi dalle elezioni politiche (che già avevano sancito la vittoria dell’astensionismo), la popolazione ha preso ancor più le distanze dalla politica dei partiti. Colpa certamente dell’accordo post-elettorale tra pd e pdl, che ha tenuto a casa chi vedeva nelle elezioni il motivo per votare a favore e soprattutto contro l’avversario politico. Ma tutto conferma una tendenza che è in atto da anni: la presa di distanza dalle istituzioni e dalla politica parlamentare a favore di aggregazioni comunitarie spontanee e non gerarchizzate.
Un discorso a parte merita l’arretramento dei consensi per il M5S. Qui le motivazioni possono essere molteplici. Le elenco e discuto in ordine di importanza:... C
Antonio Saccoccio