*VIDEOA lui è dedicata la mostra presentata ieri in anteprima a Milano e che inaugurerà a Predappio il 29 settembre, intitolata «Il giovane Mussolini 1883 - 1914». Nella casa natale della frazione di Dovia, quella che negli anni del fascismo era considerata la «Betlemme degli italiani», verranno esposti più di 200 cimeli, alcuni dei quali mai precedentemente esposti al pubblico, che raccontano la giovinezza di Mussolini. Tra gli inediti, di cui molti di proprietà del collezionista Franco Moschi, spiccano un olio su tela che ritrae Mussolini arrestato dai carabinieri e tradotto a Forlì. Una sorta di istantanea a colpi di pennello che fino a ora praticamente nessuno ha mai visto. A realizzarla fu Pietro Angelini, un amico dell'allora irrefrenabile socialista dotato incredibilmente di lunga barba. Come spiega la dedica sul verso del quadro, è il «ricordo storico dell'Arresto di Benito Mussolini a Predappio dopo una conferenza». E poi un sacco di documenti come la locandina elettorale del 1913 che pubblicizza la candidatura di Mussolini alle elezioni nel collegio di Forlì. Si batteva contro il repubblicano Giuseppe Gaudenzi il quale, nonostante l'oratoria mussoliniana, trionfò con 4536 voti contro i 1425 del futuro Duce.
Eppure anche in chiave socialista l'oratoria di Benito (chiamato così in onore del rivoluzionario Benito Juárez) aveva già una sua precisa veemenza che la locandina conserva: «Chi vota per me, vota per le idee che rappresento e difendo, vota per la lotta di classe e per il passaggio dei mezzi di produzione e di scambio alla collettività produttrice, vota in una parola per il socialismo»... C
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Benito, non il Duce. Il Mussolini che c'era prima, molto prima della Marcia su Roma o anche solo dei fasci di combattimento. La testa calda figlia del fabbro rosso e mangiapreti, il ragazzo socialista sino al midollo pronto a giurare, come in una lettera inedita ad Alfredo Polledro del 2 aprile 1905: «il mio fucile non saprà mai tradire la causa della rivoluzione».