Un giro di piazza e altrove, il nuovo libro di Fabrizio Resca, offre un percorso di vita che è storia che si inquadra nel periodo che va dagli anni della Ricostruzione all’oggi, attraverso i mitici anni Settanta, quando il giovane autore pensava “di poter dare un valido contributo per rifare il mondo”. È un caleidoscopio variegato che dalle macchiette paesane (i frequentatori dell’osteria del paese, i clienti della bottega del barbiere dove si distribuiscono i calendarietti profumati con immagini di allegre donnine, ecc…) arriva all’incontro-intervista con Gregorio Fuentes, il comandante del Pilar, il battello da pesca di Hemingway e l’emozionante stretta di mano con Fidel Castro.
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...