Avrebbero addebitato spese folli al Comune di Ferrara per gestire il gattile pubblico di via Gramicia, mettendo a rimborso voci in uscita, che andavano dall'acquisto di cibo per cani a un elevato quanto sospetto traffico telefonico, che sembravano aver poco a che fare con la gestione della struttura. Una condotta con parecchie zone d'ombra, quella che ha portato al rinvio a giudizio per i due pensionati L.R.C. ed R.R., rispettivamente 61 e 66 anni, responsabili della onlus Gas (Gruppo Animalista di Solidarietà) che è finita sotto la lente di ingrandimento della procura per l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Le indagini, condotte dai carabinieri di corso Giovecca con i colleghi del Nas di Bologna, sono partite nel 2011, quando alcune associazioni animaliste presentarono un esposto contro ignoti per denunciare i presunti maltrattamenti sugli animali all'interno della struttura. Le organizzazioni sostenevano che gli ambienti del gattile non venivano puliti sufficientemente e che ai gatti non veniva fornito abbastanza acqua e alcun mangime umido nei recinti esterni.
Il Gas aveva vinto la gara d'appalto indetta dal Comune per l'assegnazione della gestione della struttura di via Gramicia e aveva iniziato a gestirlo dal 1° marzo 2011, ma fin da subito si erano levate forti critiche da parte delle associazioni A Coda Alta, G.A.T.A, Avedev, Oipa, Lav, Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane. Che sottolineavano anche come la onlus si fosse già occupato in precedenza della gestione del gattile municipale dal 2002 al 2007, ma a fine mandato avesse lasciato "perché – scrivevano nel 2011 – con i 60mila euro assegnati dall'amministrazione non riusciva a coprire le spese di gestione". Poi, inaspettatamente, aveva invece partecipato alla gara "senza avvalersi della collaborazione di altre associazioni pur sapendo che il budget era di soli 40mila euro".
Dall'esposto delle associazioni presero così il via le indagini. Che appurarono subito alcune stranezze nella contabilità del gattile. La più macroscopica riguardava le spese telefoniche: durante la gestione della struttura, L.R.C. aveva attivato quasi 200 schede sim in abbonamento più altre 30 ricaricabili, tutte rigorosamente intestate alla onlus, oltre ad aver acquistato a rate diversi cellulari Blackberry. I militari hanno potuto accertare un traffico dati internet e "da e per" l'estero di mms/sms per un importo complessivo di oltre 5.000 euro, traffico accertato su quasi tutte le schede. Tutto, ovviamente, addebitato al Comune di Ferrara. A questo si aggiungeva anche l'acquisto sospetto di cibo per cani, per il quale i due indagati si sono giustificati sstenendo che si tratterebbe di un mero errore formale nella compilazione dei bilanci. Spetterà ora al tribunale di Ferrara stabilire se dietro le 'spese pazze' del gattile ci sia stata davvero una truffa al Comune da parte dei responsabili della onlus per appropriarsi dei soldi del bando.*
*nota di AsinoRosso, probabile ma quando un gattile è PUBBLICO, il pubblico, ovvero, il PD locale, comunque ovunque, non c'entra nulla?