La Grande Milano Futurista e Tradizionale 2.0




URFUTURISMO: LA GRANDE MILANO FUTURISTA E TRADIZIONALE 2.0

Postumo (o già postumano? Direbbe Stefano Vaj) Marinetti pubblicò una delle sue opere-provocazioni più sottovalutate,
La Grande Milano tradizionale futurista (Mondadori), memoriale e non solo, un testamento quasi.Ebbene, naturalmente, il clima ancora sfavorevole, lo smog antifascista milanese e nazionale, di là da venire certa revisione (De Maria, Salaris, Lista, Tallarico, Verdone, Benedetto, la grande Mostra di Venezia del 1986, fino ai più recenti G.B. Guerri, Di Genova, Campa, Vaj, Conte, Saccoccio, Hayek, Pantano, Cecchini – RossoTrevi, fontana rossa-, Francolini e chi scrive – e la stessa Nuova Oggettività e-o l’urfuturista Sandro Giovannini) occultarono quale tipo di testamento, non ultimo – chiaro fin dal titolo- l’ultimo grande omaggio del Futurismo alla cultura italiana e Milano, sua città simbolo in Italia…. Era un testamento crionico quello di Marinetti e tempo di scongelare anche questo, oltre al Futurismo…. perché oggi – per chi vuole vedere- lampante medium messaggio – nello specifico per la Nuova Milano del XXI secolo: nel 2015 ci sarà l’Expo, ma visto certo andazzo, (con una metafora) forse l’inaugurazione non sarà in italiano, ma in tedesco o arabo…Tempo di amplificare quel testo marinettiano in chiave 2.0… dove il Futurismo con preveggenza chiariva, al di là della miopia di certa criptica, quale Milano (e Italia) continuava a sognare, nonostante le ben note disillusioni del Novecento: una civiltà italiana futurista ben diversa dall’infame principio di realtà (o di mediocrità) che ha vinto e prevale tutt’oggi, nonostante le battaglie artistiche e sociali durate quasi quasi mezzo secolo, per innestare nel cranio degli italiani la rivoluzione del futuro, la nuova libertà possibile venuta alla luce potenzialmente dal divenire storico…. Bastano le architetture di Sant’Elia anche per captare subito come i futuristi non immaginavano certamente puzzolenti grattacieli eternit, cemento amianto degenerato, mammuth Tir nelle autostrade, piogge acide nell’aria, magistrati serial killer, , tecnici industriali dai neuroni di gomma o biscioni che grugniscono anziché sputare fuoco agli eterni passapresentisti…Sia ben chiaro, Milano incarna ancora parzialmente il sogno futurista, capitale del residuo tecnocapitalismo positivo in Italia, dell’arte contemporanea e della moda, delle fiere e del calcio, della Televisione, ma Marinetti sognava ben altro…E nella Grande Milano … alla luce anche del secondo futurismo essenzialmente romano, fase in cui bene o male l’aeropoesia, certo razionalismo, sperimentarono nuove sintesi futuriste e tradizionali, un neonato impero interiore, dopo il trasferimento della consolle futurista nella capitale, suggeriva anche con lungimiranza e autocritica la Nuova Milano 2.0 del nostro tempo..Non il futurismo era mera utopia sociale incompiuta e finita con la degenerazione della rivoluzione fascista, ma necessitava di un Risveglio riformulando per le nuove generazioni i suoi troppo avveniristici manifesti e progetti… avveniristici perché le perle o la divina elettricità futurista in senso esistenziale non si danno ai porci fascisti o comunisti o democratici che siano, alla fine vincono sempre i mediocri, infatti nelle società di massa attuali ha vinto la Mediocrazia al Potere, non l’Immaginazione e-o la Conoscenza , la scienza…Tutte le rivoluzioni, pur innestando un oggettivo reale ma lentissimo progresso storico, falliscono in quanto prima è necessario un cambiamento di cuore e di testa (per dirla con Gian Franco Lami e gli stessi Giovanni Sessa e Luigi Sgroi): un tempo per la rivoluzione e la distruzione dei vecchi valori, ma simultaneamente un tempo parallelo e sinergico per un cuore di scienza; che presuppone proprio quella dialettica danzante promossa da Nuova Oggettività, il ritorno della grande Tradizione, sempre avanguardia aurora, mixata, downloadata diciamo oggi, nell’era della Techno e del Web, con -sia ben chiaro- l’Istinto tecnologico del Futurismo… Perchè, questo DNA nuovo sociale, in Italia, portato alla luce del Sole, con inaudita anticipazione, da Marinetti, non è affatto chiaro nell’Italia del nostro tempo: certo antivirus ecologico va benissimo, ma il Sistema Operativo, va sì riformattato con la Tradizione, neppure spieghiamo, insufflata di volontà di bellezza e potenza, contro nichilismo psicoticopolitico o società liquida economicistica, non può non essere Futurista, come s’intende oggi la Parola, nell’arte ancora ma globalmente nel discorso della scienza umanistica (e persino postumana) contemporanea.Milano è la capitale reale italiana del Progresso potenzialmente 2.0: ma finché i politici resteranno Scimmie e non Scienziati, parafrasando Platone… perché oggi in Italia (e a Milano), oseremo dire in Europa, comandano le Scimmie, non il genio proletario o l’aristocrazia interiore o persino l’Homo pop al quadrato… il futuro, nell’euro default imminente, diventerà un medioevo industriale… si ritornerà davvero a Mediolanum…Ecocieli al posto dei terminali grattacieli per la Milano del futuro, macchine elettriche… autostrade di silicio profumato… uomini e donne figlie del web e della Conoscenza, non di qualsivoglia incesto paleopolitico o di classi dirigenti folli che anziché lanciare Milano su Marte vogliono le moschee sotto Piazza del Duomo o sopra San Siro…L’Expo 2015 non può essere inaugurato da Scimmie, fuggite, come in un tecnonoir, dalle pellicole di un pianeta alternativo..Ecco, risvegliato, il nuovo messaggio rivoluzionario di Marinetti nel suo La Grande Milano Tradizionale Futurista…. 2.0 e del Movimento Nuova Oggettività
Roby Guerra