La mia storia da giornalista del Corriere della sera comincia nel 1974. Ci arrivo passando dal Corriere d'informazione, allora diretto da Gino Palumbo, nei confronti del quale spenderò un solo aggettivo: un grande. Devo dire che al Corriere della sera si respirava un'aria rossa, che già a quei tempi era piuttosto pesante.
Per non usare mezze parole, dirò che il comitato di redazione era tenuto da comunisti. L'atmosfera in quel periodo era così, io stesso fui assunto al Corriere per errore. Pensavano fossi socialista. In effetti, io socialista lo sono stato, ma si trattava di una questione che risaliva ad alcuni anni prima. E poi io non avevo tutta questa passione politica. Venivo dalla Notte, dove mi ero occupato quasi esclusivamente di cronaca, dunque non appartenevo a quelle vere e proprie bande di giornalisti politicizzati nell'anima....CONTINUA IL GIORNALE
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...