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Tutti in Germania



Tutti in Germania. La Repubblica Federale Tedesca è tornata ad essere l’Eldorado attirando cittadini da tutto il mondo, che siano altamente qualificati o meno. E subito vengono in mente i racconti ironici e divertenti dello scrittore tedesco di origine turca Rafik Schami sulle sue esperienze di straniero in Germania: dal controllo del passaporto e alla richiesta del permesso di soggiorno fino alle più diverse esperienze di vita quotidiana dopo anni trascorsi in Germania.


Secondo l’Ufficio federale di statistica sono ben 6,3 milioni gli stranieri nella Repubblica Tedesca, 177.300 in più rispetto al 2010 (+2,6) e di questi ben l’88 per cento viene dagli altri stati dell’Unione Europea. Si tratta dell’aumento maggiore degli ultimi quindici anni. La Germania 2.0 sembra, dunque, battere tutti i record: dopo i dati sulla crescita, l’export e l’occupazione, ora è il turno della popolazione straniera. Particolarmente rilevante è il numero degli stranieri provenienti dagli stati entrati nell’Unione Europea nel 2004: ben 79.082, +12,9 rispetto al 2010. Di questi la maggior parte sono polacchi (49.046), seguiti dagli ungheresi (13.868). Il motivo di questa crescita è sicuramente da individuare nella libera circolazione dei lavoratori attiva dal primo maggio dello scorso anno.


Discorso simile vale per gli immigrati dalla Romania e della Bulgaria (due paesi entrati nell’Unione Europea nel 2007). I primi sono aumentati di 32.700 unità, i secondi di 19.000. Come era facilmente prevedibile, anche dai paesi colpiti maggiormente dalla crisi del debito sovrano (Grecia, Italia, Spagna e Portogallo) sono arrivati in Germania 16.700 persone – un aumento dell’1,7 per cento rispetto all’anno precedente. Ironia della storia, sono proprio i Greci, particolarmente “maltrattati” dai tedeschi, a trasferirsi in massa in Germania: 7.000 in tutto. Consistente il gruppo di spagnoli nella Repubblica Federale Tedesca. Nel 2011 si sono trasferiti in 4.792, un aumento del 4,5 per cento. Quasi irrilevante il dato degli italiani: +0,5.
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di Ubaldo Villani-Lubelli

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