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Pierluigi Casalino: i viaggi degli artisti a Genova, Van Gogh e Gauguin




 
 

 I VIAGGI DEGLI ARTISTI

Il viaggio nasce con l’uomo, è l’azione più frequente che l’uomo compie. L’uomo viaggia in sé stesso,mentre percorre le strade del mondo. Un viaggio interiore che precede e si intreccia con il cammino dell’esistenza. Dall’Ulisse omerico a Ibn Battuta, a Marco Polo, da Ibn Arabi a Dante, ai grandi interpreti del peregrinare, il viaggio resta il termine della nostra esistenza, un volo nel tempo e nello spazio, un itinerario ascensionale, segnato da non infrequenti cadute. Anche l’arte si è misurata con il viaggio. Ciascun artista ha un modo personale di viaggiare. Van Gogh lo faceva attraverso i colori, Giorgio Morandi da una finestra del suo appartamento con un canno chile, il romantico Caspar David Friedrich osservando una barca in navigazione tra le nebbie e Winslow Homer dipingendo le distese del paesaggio americano. Un’occasione irripetibile per cogliere le diverse, se non opposte, sensibilità di due giganti dell’arte, quali Van Gogh e Gauguin, proprio sul tema del viaggio, è offerta dall’interessante mostra allestita nelle sale di Palazzo Ducale, a Genova, fino al 15 aprile 2012. i suggestivi percorsi mentali e reali dei due autori e le atmosfere in cui si calano le loro contraddizioni e i loro sentimenti, vengono riproposti, con particolare riferimento a quel fantasma inconscio che li agitava drammaticamente, il suicidio, al quale consentì solo Van Gogh. Il suicidio rappresentava il viaggio estremo per questi due visionari della tela. Certamente per Gauguin il viaggio era un’esperienza da vivere con intensità, se no non si sarebbe recato fino alla lontana Tahiti. Per Van Gogh, invece, il viaggio costituiva un’abitudine spirituale. Tale diverso atteggiamento nei confronti del viaggio emerge per intero dalle quaranta opere esposte tra dipinti e disegni, oltre che dalle lettere raccolte dal curatore del’evento, Marco Goldin. Accanto a quelle dei due artisti maggiori, si possono ammirare nella circostanza le tele di altri quindici pittori europei e americani dell’Ottocento e del Novecento. Il viaggio mentale di Mark Rothko con le sue superfici oscure viene messo in antitesi alla solitudine delle figure di Edward Hopper e alla luminosità incandescente di Vsilij Kandinskij.

Casalino Pierluigi 

 

 

 

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