Abbiamo riaperto molte scuole. Queste scuole hanno consentito in alcune aree di raggiungere, partendo da zero, percentuali di frequenza degli alunni simili a quelle europee.
Il lavoro di convincimento sui contadini è stato tale che molti hanno accettato, nella zona sotto il comando italiano, di convertire le coltivazioni di oppio in coltivazioni di zafferano.
Sul piano più strettamente militare, i nostri soldati – per conquistare la fiducia nei vari villaggi – dormono e mangian o tra la gente comune, ben sapendo che il rischio è molto elevato per possibili attacchi dei talebani.
Il duro compito di contrastare, quando occorre, con la giusta forza i talebani contribuisce a tenere il pericolo del terrorismo il più lontano possibile dalle nostre case, dalle nostre città e dalla nostra Patria.
A volte, lavorando sul terreno 24 ore su 24 sotto la minaccia armata dei talebani e sotto un sole che batte impietoso, i nostri soldati hanno costruito degli avamposti e strappato metro dopo metro il terreno ai talebani, consentendo così alle popolazioni afghane di ritornare nelle loro case e al lavoro nei loro campi. E' accaduto così nella valle di Bala Murghab per settemila persone che erano state costrette alla fuga.
L'apprezzamento degli alleati nei confronti dei nostri militari che hanno il compito di addestrare le forze armate e soprattutto le forze di polizia afgane è altissimo. La specifica preparazione dei carabinieri in quest'ultimo compito è riconosciuta da tutti, e ci pone come leader indiscussi nell'addestramento che risulterà essenziale per raggiungere l'obiettivo di consegnare, progressivamente ed entro la fine del 2013, al governo afghano e alle sue forze armate e di polizia il controllo esclusivo del territorio, con il conseguente rientro in patria del nostro contingente.
Grazie a questo arduo lavoro, un lavoro che abbiamo svolto e stiamo svolgendo con grande impegno e con grande professionalità, senza clamore ma con la consapevolezza di servire bene il proprio Paese, i nostri militari si sono conquistati il consenso e la fiducia sia della popolazione afgana, sia, lo ripeto, dei nostri alleati internazionali.
Gli italiani hanno oggi un estremo bisogno di valori positivi, di valori etici e morali, hanno bisogno di ritrovare la fiducia nello Stato. Il messaggio che il lavoro straordinario dei nostri soldati in Afghanistan lancia agli italiani racchiude tutto questo, e merita di essere conosciuto e considerato, merita di ricevere il plauso di tutto il nostro Paese.
Un grazie di cuore va rivolto anche alle famiglie, ai padri, alle madri, ai figli che seguono con trepidazione questi nostri soldati impegnati nelle missioni internazionali, per il forte sostegno morale che hanno sempre assicurato ai loro ragazzi anche nei momenti più duri, a conferma del fatto che democrazia, libertà e solidarietà sono ideali e sono valori per i quali è giusto impegnarsi sempre e dovunque.
Care amiche e cari amici,
i nostri soldati in Afghanistan e negli altri 20 teatri operativi sono la parte più bella e più pulita dell'Italia.
Dovete raccontarlo e spiegarlo a tutti quelli che potete raggiungere.
Fatelo con lo stesso orgoglio che ho provato io leggendo i resoconti del loro lavoro quotidiano. E a questa loro azione all'estero voglio accomunare anche quella degli altri ragazzi e ragazze con le stellette che in Italia si prodigano sia per accrescere la sicurezza interna, sapete che sono migliaia i soldati impegnati nella sicurezza delle grandi città, sia per intervenire prontamente in tutte le occasioni di gravi calamità.
Quanto a Voi, Vi ringrazio tutti per il Vostro l'impegno costante ed efficace, e rivolgo a ciascuno di Voi un saluto affettuoso.
Che Dio benedica l'Italia e tutti i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace.
Silvio Berlusconi