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L’intervento del leader Idv è un attacco al premier dai toni assurdi:
"Lei è uno stupratore della democrazia".
Maggioranza in rivolta, da Fini solo blandi rimproveri e la sinistra non batte ciglio.....Roma - Già quando Fini annuncia il prossimo titolato a parlare, Antonio Di Pietro, l’aria si surriscalda, si temono show da Bagaglino. E il timore è azzeccato: dopo due parole la terza è un insulto. «Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista». Inizia un testo-contumelia, degno di un’osteria di Campobasso, che Tonino ha messo a punto durante gli interventi che lo hanno preceduto, testa bassa sul foglio per limare il fine ragionamento. Man mano che il climax di improperi procede, l’attenzione dai banchi del Pdl e Lega si sposta da Tonino a Fini. «Fai qualcosa! Fallo smettere!» urlano anche i leghisti. Di Pietro continua, come se fosse al Vaffa-Day di Grillo, non a Montecitorio. Si arriva all’altra trovata di Tonino, «lei è uno stupratore della democrazia», che rappresenta una novità nell’eloquio anti-Cav di Di Pietro. Gli aveva dato del nazista, del fascista, del dittatore sudamericano, del corruttore, del magnaccia, ma quella dello stupratore non gli era ancora venuta in mente....