RUSSIA

Proprio come un francese contemporaneo cui si chieda: "Che cosa fa grande la Francia?", risponderà subito "Cartesio e Rousseau, Voltaire e Hugo, Baudelaire, Bergson, Luigi XIV, Napoleone e La Grande Rivoluzione del 1789, e tante altre cose più recenti e contemporanee, compresa l'attuale politica francese in Europa e nel mondo", i russi rispondono alla domanda: "Che cosa fa grande la Russia?", dicendo con orgoglio Puskin e Tolstoj, Dostoewsky e Gogol, la musica russa, il pensiero religioso russo, Pietro il Grande e la Rivoluzione russa del 1917, Stalin, il primo Sputnik e Gagarin, oggi Putin. D'altra parte Nicholas Berdjaev, emigrato russo, ebbe a dire:"Nel 19\17 credemmo che il comunismo avesse ingoiato la Russia; oggi vediamo che la Russia ha ingoiato il Comunismo" (ma la Russia ha ingoiato anche il dopo-Comunismo e ingoierà ancora il seguito). Per tornare all'Ottobre rivoluzionario, va detto che il carattere russo di tale evento resta comunque russo: la Rivoluzione Russa è stata un avvenimento universale e di portata mondiale, con implicazioni per tutto il genere umano, anche se è stata fondamentalmente un avvenimento russo e non si può nasconderlo. La Rivoluzione, come ogni altra cosa in Russia, è stato, dunque, un prodotto russo, un "made in Russia". E' stata tanto russa quanto la Rivoluzione Puritana del 1640 è stata inglese. Se i leninisti russi seguirono la dottrina del tedesco Karl Marx, allo stesso modo i cromwelliani inglesi seguirono la dottrina del ginevrino Giovanni Calvino. Ed anche i Puritani ebbero una visione universale e di portata mondiale, che diffusero non soltanto nelle Isole Inglesi, ma anche di là del mare, in altri nuovi continenti. Eppure alla fin fine la Rivoluzione si assestò sulle sue dimensioni inglesi. Come ha scritto Eugen Rosenstock-Huessey, tutte le grandi rivoluzioni europee della storia moderna hanno avuto da fare il bilancio fra i loro fini universali ed i loro limiti nazionali. In un certo senso fu così anche con quella americana, che, come disse Tocqueville, restò fortemente americana, pur con il messaggio universale di democrazia aperto al mondo. La Rivoluzione Cinese, in realtà, fu un punto d'arrivo e un punto di partenza, sulla scia di quella Russa, ma anche delle spinte nazionalistiche generali: restò tuttavia un prodotto cinese. Per tornare alla Russia e concludere: molte delle somiglianze tra il sistema sovietico e quello zarista esistettero (come esistono quelle tra lo zarismo e il comunismo da un lato e il sistema democratico e post-comunista russo odierno). Le condizioni di governo dello zarismo, del comunismo e del post comunismo (nonostante la perdita di parte dell'URSS, ma anche del suo recupero progressivo) sembrano essere le stesse: vastità del territorio, varietà di popoli da governare, diversità di linguaggi e tradizioni diverse. Tutti elementi che continuano in qualche modo, nonostante tutto, a limitare severamente la scelta dei metodi politici e legali, anche in politica estera.
Casalino Pierluigi, 7.12.2014