In una società occidentale moderna è pressoché scontato che affermare che le credenze religiose altrui (seppure, naturalmente, non tutte le forme di comportamento imposte dalla religione) debbano essere tollerate e forse anche rispettate, Sarebbe davvero considerato indice di maleducazione e limitatezza definire false le opinioni religiose altrui e vere le proprie; per le persone più istruite che appartengono all'élite culturale della società occidentale, l'idea stessa di verità assoluta in materia religiosa suona irrimediabilmente superata. L'idea è però stata di capitale importanza, anzi centrale, nell''Islam tradizionale, come per il Cristianesimo, ma nei secoli recenti è sopravvissuta meglio nell'Islam, non senza qualche pericolosa deriva da parte di alcune parti di esso. Il Corano ha molto da dire sul trattamento riservato alle false credenze, ma a questo proposito gli studiosi musulmani hanno individuato due versetti chiave: il primo è il così detto versetto della spada, in forza del quale chi non si converte deve essere ucciso, versetto che stride molto con la mentalità moderna e con il buon senso in genere. Fortunatamente l'altro versetto, detto del tributo, introduce un significativo elemento di distensione, dal momento che prescrive di combattere i miscredenti finché non paghino un tributo, ma anche di subire un'umiliazione. Versetto questo assai poco limpido e altrettanto poco spiegabile con la logica e il criterio della tolleranza moderna. Una condizione che è stata estesa dai Cristiani e dagli Ebrei, essendo popoli del Libro, ad altre fedi. Possiamo chiamare tale versetto anche come quello della "non costrizione". L'idea di verità religiosa non è compromessa, ma viene fatta coesistere con quella di coloro che seguono le false credenze. Per non pochi musulmani moderni, tale versetto, tuttavia, sarebbe la prova scritta che l'Islam è una religione tollerante, di large vedute. Circostanza, quest'ultima, su cui, peraltro, il dibattito è aperto.
Casalino Pierluigi, 12.12.2014
Casalino Pierluigi, 12.12.2014