NAPOLEONE III E I PROBLEMI ITALIANI

Notizie molto interessanti sull'atteggiamento di Napoleone III sui maggiori problemi italiani del suo tempo ci dà il Cowley, ambasciatore inglese a Parigi in una sua lettera a Lord Russell, Ministro degli esteri di S.M , del 14 dicembre 1860. In essa il diplomatico dichiara, tra l'altro, d'avere avuto una lunga conversazione con il Metternich, e che gli era apparso alquanto moderato riguardo la questione del Veneto. Bisognava che si provasse all'Austria che l'unità italiana era una realtà e sarebbe stato allora evidente che si dovesse scendere a patti su Venezia. Ma soprattutto il Metternich gli riferiva una sua conversazione con Waleski, al quale preferiva non prestare molto credito, secondo cui il programma napoleonico sull'Italia poggiava sulla convinzione che nello spazio di pochi mesi la Penisola sarebbe stata preda della più completa anarchia ed in guerra con l'Austria. Napoleone III prendeva per entrambi i casi di chiedere la convocazione del congresso; in quella sede si sarebbe dovuto preparare a sopportare il più a lungo possibile il peso dei Preliminari di Villafranca, in base ai quali egli sarebbe stato chiamato ad avanzare raccomandazioni per il ripristino della famiglia granducale toscana; per l'aggregazione alla Toscana delle Romagne, Marche ed Umbria; perché fosse lasciato al Papa il Patrimonio di San Piero. Per quanto riguardava Napoli, l'Imperatore  non si sarebbe opposto alla restaurazione del re Francesco, purché non vi si fossero opposti gli stessi napoletani, mentre Venezia doveva rimanere all'Austria.
Casalino Pierluigi, 8.12.2014