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Ferrara-Italy? Il simulacro... Dario Franceschini

Estense com

di Marcello Celeghini
"L'arte, la cultura e il turismo sono la vocazione italiana, è inutile che si continui a non prenderne atto". Sono chiare e nette le parole del ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, nel ribadire il suo obiettivo di trasformare il Mibact nel "il più importante ministero economico del Paese", durante il suo intervento in mattinata a 'Strati della Cultura', l'appuntamento annuale di Arci, che quest'anno si tiene a Ferrara, per mettere a confronto il mondo della cultura con il mondo delle istituzioni.
Nell'incontro di ieri mattina, a cui oltre al ministro hanno partecipato anche l'assessore regionale uscente alla Cultura (tra i possibili riconfermati nella giunta Bonaccini) Massimo Mezzetti, l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara Massimo Maisto e Claudio Reginelli, segretario regionale Unione Agis, l'attenzione è stata focalizzata, in particolare, sul mondo del cinema in Emilia Romagna con il dibattito 'Nuove prospettive per sistema regionale del cinema in Emilia Romagna. Buone pratiche amministrative e protagonismo di settore'. Lo scorso 23 luglio è stata approvata in Consiglio Regionale una legge che mira a tutelare e a promuovere tutte le attività legate alla cinematografia come bene culturale importante per tutta la collettività. Questa legge, che pur approvata, attende di essere applicata, a causa del turbine politico e giudiziario abbattutosi sulla Regione negli ultimi mesi, va a sostenere il mondo delle tante monosale sparse in tutto il territorio che fanno sempre più fatica a restare aperte per la presenza, sempre più importante, delle grandi multisale.
Ma è anche alla conservazione di tutta la memoria cinematografica del passato che si rivolge la legge n.20 del 2014. Un enorme patrimonio che va catalogato e digitalizzato per evitare che sia perduto per sempre. "Siamo riusciti a digitalizzare oltre l'80% dei piccoli cinema dell'Emilia Romagna grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione. – sottolinea Claudio Reginelli di Agis- Mantenere il tessuto delle piccole sale nei centri storici e nelle periferie del nostro territorio è importante poiché fa parte dell'anima stessa del territorio". Non bisogna, però, commettere errori copiando ciò che già si fa in altre regioni. "In Emilia Romagna non serve un festival del cinema, – sostiene l'assessore comunale Massimo Maisto- sarebbe un grande errore duplicare eventi che si svolgono oramai in più parti d'Italia, caratteristica questa di molti eventi che si svolgono in Emilia Romagna. Gli investimenti nel settore cinema devono essere rivolti a sostenere i cinema d'essay, come da noi il Boldini, e continuare ad organizzare arene estive magari con iniziative collegate originali".
"In Emilia Romagna, non solo in ambito cinematografico e culturale, deve prevalere il policentrismo – spiega l'assessore regionale alla Cultura uscente Massimo Mezzetti -. In regione ci devono essere nove città forti, alla pari tra di loro e costantemente in rete fra loro. Il policentrismo è da sempre la forza di questa regione; far prevalere il monocentrismo e far convergere le risorse solo su Bologna sarebbe deleterio. Dobbiamo fare in modo che un turista che viene a Ferrara intanto ci resti per più giorni e poi visiti anche Modena e Ravenna e viceversa".
Non parla solo dell'ambito cinematografico, ma di tutto ciò che riguarda la cultura, il ministro Franceschini nel suo intervento. "È importante sensibilizzare chi non si occupa di cultura dell'importanza che questa ha per il nostro Paese. Ad un economista, ad esempio, gli devi parlare di un business nel mondo culturale e della valorizzazione dei beni artistici per far si che questo si interessi del settore e conceda risorse da investire. L'Art Bonus- continua Franceschini- in questo senso ci ha aperto una strada molto importante, anche perché presto sarà allargato anche ai teatri e alle fondazioni lirico-sinfoniche. Stiamo facendo un censimento di tutte le sale cinematografiche storiche d'Italia per porle sotto la tutela del Ministero ed aiutarle nel mandare avanti l'attività. Il turismo italiano del futuro deve diventare un turismo diffuso e sostenibile. Non è possibile che i turisti si concentrino solo a Roma, Firenze e Venezia non portando ricchezza ma, anzi, creando notevoli problemi a queste tre città. Dobbiamo fare in modo- conclude il Ministro- che i turisti che giungono in Italia si spargano su tutto il territorio nazionale".

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