CRISTIANESIMO E ISLAM. Considerazioni d'altri tempi.

Hannotaux scriveva il 5 agosto 1928 sula Revue des Deux Mondes:"Dopo secoli di lotta tra le due correnti di pensiero (Cristianesimo ed Islam)....non hanno saputo ancora conciliare i loro sforzi. E' il problema dell'ora presente. Non c'è che una Cristianità e non c'è che un'Islam. La suprema arte politica sarebbe, anziché contrapporli, di unirli insieme". Parole umane di chi umanamente parlava della Chiesa come società umana, ma che pure esprimevano una profonda verità e contenevano un intimo appello alla concordia degli uomini, in un periodo, nei primi anni dopo la prima guerra mondiale, che precedeva gli imprevedibili eventi drammatici che seguirono nel mondo, A seguito di lotte e incomprensioni deprecabili, ma tante volte tutt'altro che volontarie da una parte come dall'altra (circostanza che si ripete a causa delle segrete regie della logica di potenza sull'arena internazionale), pareva che una nuova era dei rapporti cristiano-islamici si stesse instaurando. La distinzione tra questioni religiose e questioni politiche si operò allora e anche nelle menti dei musulmani ormai tale chiarezza si stava facendo maggiore. Ne furono la prova e il riflesso i molteplici apprezzamenti di pensatori, scrittori, giornalisti, oltreché dei fatti che esulano, nonostante le apparenze, sul piano politico. Nel 1918, il governo della Turchia Ottomana innalzava a Benedetto XV, il Papa della Grande Guerra che definì la stessa "un'inutile strage",, il garnde es un monumento in riconoscenza a Istanbu; il grande esponente musulmano indiano Mohammed Alì elogiava l'opera di pace dello stesso Papa nel 1920 e pure Benedetto XV ringraziava il capo musulmano che a Damasco aveva protetto i cristiani durante i torbidi del 1921, Il delegato islamico della Russia sovietica, al congresso pan-musulmano di Gerusalemme, nel 1931, in una fase di suddivisione coloniale degli ex territori ottomani come stabilito nelle Conferenze di Pace di Sanremo e di Sévres e di contemporanea ascesa del nazionalismo arabo, lodò l'opera caritatevole di Papa Pio XI a favore dei fedeli musulmani oppressi dal bolscevismo. Si potrebbe continuare, scendendo a fatti più minuti che fanno parte della cronaca di quei tempi e dei vari luoghi interessati. Bastino, in proposito, i brevissimi accenni suddetti che ci fanno meglio comprendere il senso del pressante invito rivolto dallo stesso Papar ivolto da Pio XI ai cattolici: "Finora si é fatto poco. E' necessario studiare, a fondo, la lingua, la religione, i costumi, il loro modo di pensare; e quindi per la via del "bene facere" rivolgersi a loro direttamente, procurando di acquistarne la stima e poi l'amore".
Casalino Pierlugi, 15 dicembre 2014