L'Afghanistan nei sogni di Hitler, 1

La maggior parte delle operazioni previste da Hitler, nell'arco di tempo che va dal dicembre del 1940 al giugno del 1941, per il tardo autunno del 1941 e l'inverno 1941-1942, furono raccolte dallo Stato Maggiore della Wehrmacht nella bozza dell'ORDINE N.32 (Preparativi per il dopo-Barbarossa) dell'11 giugno 1941. Quest'ordine, invero, non fu mai firmato d Hitler e pertanto non può neppure essere considerato un ordine quadro-tassativo per le forze armate del III Reich, ma consente di chiarire le idee e le intenzioni di Hitler e dei Comandi tedeschi nella strategia futura. Tra gli altri piani previsti nel contesto dell'ORDINE N.32 non fu incluso un progetto che, visto a posteriori, ha del fantastico e per il quale da lungo tempo, attraverso diversi canali della politica estera, si era cercato di di creare le importanti premesse:il piano di un'operazione tedesca contro l'India britannica, muovendo dall'Afghanistan. Si tratta di un antefatto politico che risale, in realtà, alla fine del 1936-inizio del 1937. In tale periodo, nella convinzione che la Germania imperiale nella prima guerra mondiale non avesse sfruttato le possibilità esistenti in Afghanistan, in occasione della conclusione di "fondamentali accordi politici tra il Reich e l'Afghanistan in campo militare, culturale ed economico, L'Ufficio di Politica Estera di Rosenberg, che oltre a ciò aveva anche cercato di occupare come propria riserva politica alcuni settori presumibilmente trascurati dal Ministero degli Esteri, strinse relazioni con alcune personalità afghane. Il 18 dicembre 1939, guardandosi indietro, e sicuramente esagerando, ma con un fondo di verità, Rosenbreg affermò in un pro-memoria per il Capo della Segreteria del Reich, Lammers, che il suo scopo era di "rendere possibile un atteggiamento neutrale dell'Afghanistan in caso di guerra ovvero,  , avere questo paese al fianco della Germania contro l'India britannica o la Russia sovietica, che in quell'area aveva comunque grande influenza e di diverso segno da quella della Germania, nonostante il patto nazi-sovietico dell'agosto 1939. Rosenberg considerava il ministro dell'Economia e il presidente della Banca Nazionale Abdul Majid Khan come il principale rappresentante in Afghanistan di un gruppo orientato in favore di Berlino. Subito dopo l'inizio della guerra del 1939, i tedeschi cominciarono a riflettere su come poter sfruttare a loro favore la posizione politica conquistata in Afghanistan. Mentre l'Ufficio di Politica Estera di Rosenberg volle continuare a usare i suoi vecchi canali  e appoggiarsi al gruppo filotedesco in quel paese, che nel governo afghano in carica faceva capo ad Abdul Majid, il Ministero degli Esteri, su consiglio dell'Ufficio "Orient", von Hentig, proseguì lo scopo di rovesciare l'attualr governo di Kabul, considerato "vassallo degli inglesi", e, se possibile, con l'aiuto della Russia sovietica (Mosca con la Gran Bretagna erano stati protagonisti del Grande Gioco in quella parte del mondo nel XIX secolo e lo saranno anche nel XX secolo, come è ben noto), riportare al potere l'ex re Amanullah, in esilio dal 1929 e autore di riforme moderne avverate dagli inglesi che sobillarono le tribù a tutela degli interessi di Londra nella zona. Già il 13 settembre 1939, l'ambasciatore tedesco a Mosca fu invitato a sondare, con circospezione, il governo sovietico per vedere se fosse stato interessato a un tale rovesciamento in Afghanistan, dal momento che la Russia rivoluzionaria aveva sostenuto il deposto monarca a suo tempo. La personalità prevista dal Ministero degli Esteri tedesco come uomo di punta da parte afghana, l'ex ministro degli Esteri Ghulam Siddiq, fece pressioni per un sollecito inizio della rivolta, "poiché la stagione avanzata avrebbe reso impossibile per quest'inverno ogni azione sull'Hindukush". Il Ministero degli Esteri tedesco preparò l'operazione, con la collaborazione dell'ammiraglio Canaris dell'Ufficio Estero/Difesa, E ciò dopo che Molotov il 18 novembre 1939 non aveva sollevato "alcuna obiezione di principio" all'invio di Amanullah in Afghanistan. Il piano prevedeva che, dopo che il re una volta fosse ritornato al potere, questi avrebbe rilanciato la rivolta, questa volta contro gli inglesi, soprattutto le tribù alla frontiera dell'India nordoccidentale, come i Waziri, i Mohand e gli Afridi); il via alla ribellione nella zona indipendente tra India Britannica e Afghanistan doveva essere dato dal "fachiro di Ipi", Hadji Mirsa Khan, capo religioso della tribù dei Waziri. 1-continua
Casalino Pierluigi, 20.12.2014