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Arte contemporanea: la brillante provocazione di Terry May gallery a Ferrara

.4...se le opere d’arte uscissero dalle gallerie per sparpagliarsi qua e là in luoghi inusuali? Chi dovrebbe o potrebbe stabilire cosa è e dove sta l’arte? Da qui sembra essere partita Terry May, artista classe ’67, ferrarese d’adozione, quando ha pensato a Trash: inusuale esposizione che si è svolta giovedì 8 agosto a partire dalle 19 e per location ha avuto i bidoni dell’immondizia di via Ghiara, accanto all’ex manicomio. Lavori creati fra il 2008 e il 2013 gettati nei cassonetti vicino all’edificio che ospitava il manicomio perché sono quelli che usa abitualmente ma anche perché, ammette Terry, “bisogna essere un po’ pazzi per fare gli artisti, per ideare una mostra tra i rifiuti o, in generale, per vivere la vita: a voi lettori il privilegio di scegliere”.

Obiettivo: tentare di spostare l’attenzione dal contesto all’opera perché “la bellezza così come l’arte  può essere posta, o trovata, fuori dai soliti ‘spacci’” e perché “il valore di un’opera, la sua capacità di comunicare, prescinde dal luogo in cui riposa o dalla quotazione che il mercato dell’arte gli riserva”. Ma questo è solo il punto di partenza di un’iniziativa che in realtà ha molteplici significati: vuole riflettere sul rifiuto, non solo come materiale di scarto ma come concetto in sé, e vuole ritrovare la dimensione ludica e di condivisione implicita del fare arte. Ed è così che, dopo essere state buttate nei bidoni avvolte nei sacchi neri e verdi per l’immondizia, le opere di Terry sono andate a chi era disposto a ‘ripescarle’ fra gli altri rifiuti, accettandole come un dono che non si può scegliere e si scarta con impazienza per sapere cos’è.

Per Terry è stato anche un modo per staccarsi dalle proprie creazioni, ritrovando “un senso di leggerezza”, per questo le ha portate tutte lei dalla sua casa-galleria di via Porta San Pietro a via Ghiara e, prima di gettarle, le ha salutate tutte con un bacio, come ad augurare loro buona fortuna per il viaggio che stavano iniziando. Sì perché Terry non le ha buttate per disfarsene ma per “buttarle nel mondo”, sperando che i bidoni non fossero un punto di arrivo ma di partenza.

Forse Terry ha ragione quando, sorridendo, dice che “i quadri vanno dove vogliono andare”: forse un papà pesca una piccola tela blu e arancio che starà benissimo nella cameretta della sua piccola perché quella tela ha scelto quel papà o quella bimba. Andate a curiosare in via Ghiara, dentro un sacco per l’immondizia, appoggiata ad uno dei cassonetti sul lato dell’ex-manicomio potrebbe esserci un’opera di Terry che non aspetta che voi.

http://www.estense.com/?p=321121

 

***COMMENTI.... LAURA ROSSI, animatrice culturale e critica d'arte

 

"....Pur condividendo il pensiero di Terry, la morale che se ne ricava è amara e suggerisce un’immagine triste…Pochi mesi fa nel centro di Bari sono stati gettati centinaia di volumi in un cassonetto davanti ad una nota libreria. Questo gesto ha richiamato moltissimi amanti della lettura che li hanno subito raccolti. Di solito gli artisti sono gelosissimi delle proprie opere, le amano con intensità poichè sono le loro “creature”. Nel momento in cui un’artista “getta” le sue opere nella spazzatura compie un atto provocatorio che sta in noi raccoglierlo, in tutti i sensi, sia materiale che morale. Vi sono stati artisti, in passato, che hanno bruciato o  preso a coltellate le loro opere…Il passo è molto più breve di quello che pensiamo: la cultura e l’arte nella spazzatura….L’uomo non recepisce che l’artista ha bisogno di rispetto e questo, purtroppo, troppo spesso gli viene a mancare..."

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