E’ stata inaugurata --- al Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento, museo civico unico in Italia che per vocazione è interamente dedicato alla scultura, in via Trieste 1 a Montevarchi (AR), la mostra “Alluminio. Tra Futurismo e Contemporaneità, un secolo di scultura italiana sul filo della materia” che rimarrà aperta fino all’8 settembre 2013.
Erano presenti il sindaco di Montevarchi Francesco Maria Grasso, il direttore del Cassero Alfonso Panzetta oltre a tanti altri rappresentati delle istituzioni, artisti e collezionisti.
La mostra rientra nel progetto “Contemporaneamente…al Cassero! Suggestioni, poetiche, linguaggi e approfondimenti sulla scultura italiana contemporanea”, realizzato dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, curato dal direttore scientifico de “Il Cassero” Alfonso Panzetta, finanziato insieme alla Regione Toscana nell’ambito di “Toscanaincontemporanea 2012” e sostenuto da CiAl - Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo dell’Alluminio, official partner dell’evento.
“Per la prima volta vogliamo raccontare com questo metallo – spiega Panzetta - sempre molto espressivo e che ha in se i principi della modernità, è stato utilizzato dagli artisti italiani in quasi un secolo sia come fusione, per sbalzo o ritaglio.
Infatti la prima opera di alluminio risale al 1915 in pieno Futurismo realizzata da Fortunato Depero. Da allora lo troviamo nelle sculture del secondo Futurismo e nel dopoguerra viene utilizzato dagli artisti della ricerca Optical e del Concettuale fino ad arrivare all’Arte Povera con il suo caposcuola Gilberto Zorio.
Oggi questo medium è sempre più utilizzato diventando il materiale privilegiato da parte di molti artisti emergenti”. Il percorso espositivo presenta oltre 60 opere provenienti da collezioni pubbliche, archivi e fondazioni private, di artisti come Thayaht e Ram, Regina e Renato Di Bosso, ma anche Bruno Munari e Valeriano Trubbiani, Dadamaino, Gilberto Zorio e tanti altri scultori che hanno usato l’alluminio per le loro opere.
Un materiale che è comparso nella scultura italiana a partire dalla metà degli anni Dieci del ‘900 fornendo agli artisti nuove e inattese frontiere espressive per tutto il XX secolo, fino alle nuove generazioni del XXI secolo. Una mostra che non intende essere esaustiva ma avviare, attraverso una congrua selezione di opere, una riflessione sul tema documentando le diverse tecniche d’impiego e le differenti potenzialità comunicative di questo materiale.
Questo racconto trasversale parte dal secondo Futurismo degli anni Venti e Trenta, dove viene messo in evidenza il diverso utilizzo dell’alluminio in relazione al linguaggio plastico scelto dagli artisti; dalle “sintesi plastiche” alle “aereosculture”, fino agli “spazialismi” che precedono la Seconda Guerra Mondiale ( scultori come Mino Delle Site, Wladimiro Tulli, Sante Monachesi), passando per gli scultori più legati al “Novecento” italiano (Lina Arpenani, Carlo Lorenzetti, Giangiacomo Barbieri).
Sono poi presentati alcuni esempi delle prime ricerche informali e astratte del dopoguerra (Alfio Castelli, Francesco Somaini, Ernesto Galeffi), per poi proseguire con la poetica delle “strutture” e delle superfici “optical” degli scultori attivi negli anni Sessanta (Getulio Alviani, Nane Zavagno, Diana Baylon, Bruno Munari) e con l’uso dell’alluminio da parte degli artisti della “figurazione astratta” e dell’“arte povera” attivi tra gli anni Settanta e Novanta. Infine una selezione di opere, datate dopo il 2000 (Rivalta, Grassino, Garbolino Rù, Borrelli, Loretti), riguarda autori emergenti che impiegano questo metallo in modo sempre più costante e originale.... C
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