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Ecopolitica (a Ferrara) ? LAVATRICI E GEOTERMIE RISCALDATE A GAS

 

Non è molto nota lapresenza sul mercato di lavatrici domestiche con attacchi per l’acquacalda e fredda, che utilizzano anche l’acqua calda dell’impiantosanitario. Se questo è alimentato da un boiler a gas il risparmio dienergia elettrica è ragguardevole, visto che la scaldiglia dellalavatrice consuma come un ferro da stiro a vapore. Si ricorderà chela potenza della lavatrice è in gran parte dovuta al riscaldatoredell’acqua, e poiché scaldando elettricamente l’acqua sispende il triplo rispetto alla spesa col boiler a gas, questointelligente elettrodomestico consente di recuperare dalla riduzionedelle bollette luce il suo costo d’acquisto.

C’è da chiedersi comemai sia tanto poco reclamizzata questa saggia soluzione. Per dovered’ufficio l’opera di sensibilizzazione al risparmio energeticospetterebbe all’assessorato all’ambiente. Se questi volesse darel’impressione d’indipendenza culturale dovrebbe qualche voltapalesarsi in autonomia dalle veline di Hera. Potrebbe perciòcogliere l’occasione per divulgare queste virtuose lavatrici. Poi,da cosa nasce cosa, e pensando alla commistione dell’acqua calda efredda, per associazione d’idee, chissà, l’assessorato potrebbescorgere l’addentellato con l’acqua geotermica che Hera è certadi trovare in enormi quantità nel sottosuolo ferrarese.

Non è l’unica certezzadi Hera, a dire il vero: è convinta che l’acqua calda sepolta siaa temperatura relativamente bassa. E sia necessario innalzarla contre caldaie a gas da 14 MW per poterla impiegare nel TLR. Checoincidenza! È lo stesso meccanismo della lavatrice con l’ingressodell’acqua calda a 50 °C quando il ciclo di lavaggio richiede 90°C. Piccolo il mondo, eh? L’umile lavatrice e la ponderosamultiutility ricorrono alla stessa banalità del boiler a gas peralzare la temperatura dell’acqua. Ma mentre la lavatrice a dueattacchi offre la possibilità di fruizione di boiler esistenti nonobbligando a installarne di nuovi, la multiutility, invece, pensandoad installare tre mega caldaiacce rinnova la sua dichiarazioned’amore all’obsolescenza spinta: come risulta pacchianamenteobsolescente il suo inceneritore per smaltire i rifiuti (*), così ègià obsolescente la mega caldaiaccia per scaldare l’acqua.Esistono le pompe di calore da molto tempo, note per renderequattro KW di energia termica con un KW di energia elettricaassorbita. Ed esistono anche quelle che funzionano ad altatemperatura. “Per mezzo delle pompe di calore a CO2 si puòprodurre acqua calda fino a 90°C e oltre” dichiara l’ENEAdopo averne sperimentata una (l’ENEA è un ente serio, non unimbonitore che predica sulle piazze a favore di chi lo assolda). Maoltre all’obsolescenza, la dichiarata inevitabilità delle caldaiea gas puzza un pochino di zolfo, perché non è obbligatorio pomparenel TLR acqua non inferiore a 90 °C, dato che i termosifoni siaccontentano di molto meno. Per quelli a pavimento radiante bastano30-40 °C, per quelli nuovi basterà aumentare la superficieradiante, e per quelli vecchi che esigono montanti ad altetemperature una pompa di calore Hera sullo scambiatore condominialerisolverebbe il problema.

È senz’altro vero chele caldaiacce collegate all’acquedotto sarebbero d’indubbiautilità se non si trovasse l’acqua geotermica. Però in tal casonon si tratterebbe neppure di finta geotermia, ma di autenticabidonata. In buona sostanza, se il prelievo di acqua geotermica sipuò fare, si faccia, perché ottima cosa! Ma solo se onestamenteimpiegato per quello che dà. Se invece è una scusa per avviare lavendita d’acqua riscaldata, si tratta di un “regalo” identico aquelli promessi dalle più rozze promozioni pubblicitarie. A unparvenu parrà di gran sussiego il citare “un regalo da 50 milionialla città”. A molti popolani pare assurdo che una SpA regalimilioni, insista per regalarli, e paghi incontri e reclame diillustri personaggi. A meno che il vero ghiotto regalo sia quello chesi vuol strappare, non dare, alla città. Se così fosse, l’unicaazione sensata da intraprendere rimarrebbe la dherattizazionecomunale. Perché ‘cca nisciuno è fesso, concluderebbero a Napoli.


Paolo Giardini


(*) Oggi Hera e i suoiamici politicanti riconoscono tranquillamente che l’inceneritorenon è la scelta migliore, ma arrogantemente Chiarini afferma:«Nessuno lo fermerà finché non sono stati ammortizzati i costi,perché altrimenti i cittadini dovrebbero pagarne le spese».

Come se i cittadiniavessero l’avessero voluta loro quella impestante fornace, e nonfosse stata loro imposta da Hera e dai politicanti amici!

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