Music video by David Bowie performing Where Are We Now?. (c) 2013 ISO Records, under exclusive license to Columbia Records, a Division of Sony Music Entertainment
*da Eccolanotiziaquotidiana di R. Guerra
Lo davano quasi per morto. Dopo l’infarto in scena del 2004, David Bowie, inventore ineguagliato di quella che oggi la stessa Lady Gaga chiama Art Pop (o lo storico d’arte romano Vitaldo Conte, Trans Art), era immerso nel mistero, appunto voci anche tristi e inquietanti.
Invece, all’improvviso, capolavoro di Web 3.0 nascente strategy, (direbbe il netfuturista sempre area Roma, Antonio Saccoccio) celebra simultaneamente il suo compleanno 66 con un clamoroso ritorno, Video anteprima e nuovo album a marzo, The Next Day.
Con un comunicato stampa planetario a dir poco lezione mediatica di bellezza-verità, sabotaggio biopolitico (direbbe il futurologo Stefano Vaj) quasi.
E un clip appunto anteprima “Dove stiamo andando?” in italian version a dir poco tecnosublime, capolavoro di minimalismo estremo, frammento olografico di un cd imminente che annuncia una nuova stagione rivoluzionaria per l’arte autentica dell’era postindustriale.
L’alieno futurista David Bowie, dopo Ziggy Stardust, la trilogia di Heroes con lo stesso Brian Eno: il fimato è eloquente, perturbante, transumanista e postumano con Bowie quasi clonato e in versione pupazzo borg…
….Aveva custodito in certo senso una lacrima dal periodo berlinese di Heroes, ancora sotto il Muro intatto, e si è replicato, riformattando nell’Anima cyber il sogno futuribile dell’epoca (anni 70/80) per l’allora nuova umanità elettronica nascente
Un dream oggi inquinato dal virus della crisi simulacro, la mutazione contaminata dagli uomini senza qualità e quantità sempre al Potere, nonostante la fine della storia del comunismo, l’unica che lo stesso reazionario sociologo Fukuyama ha in certo senso azzeccato: ma la storia del futuro sempre incerto e anzi esponenzialmente ambiguo, nonostante i viaggi spaziali, la rivoluzione elettronica oggi esplosa, la caduta del muro e l’avvio concreto del disarmo, è sempre la stessa..
Lo scarto tra l’Uomo sapiens creativo e la materia ancora grigia e poco azzurra dell’umanità media (politici e economisti in primis) ancora profondo come un canyon marziano…
ll nuovo Duca Bianco si preannuncia fin dal video anteprima come un paradosso estremo: il cosiddetto Bowie pop al cubo nella sua accelerazione e potenziamento “finali”, tra cifra siderale o spaziale, mutanti felici/malinconici, sogno di eroi electro così freddi così caldi, ora l’alieno (o il Robot) più umano dgli umani.
Una nano danza rave virtuale con la vita del genio (David Bowie) riprodotta in un carpe diem quasi, un mega mix tra lacrime e speranze irriducibili, l’anima del Tecnoduca in 3D riflesso, avatar della condizione postumana attuale.
Ma la voce di Bowie non è un pur ammaliante Vocoder alla Kraftwerk: è il canto troppo umano di un Hal 9000 fuggito dal suo girotondo terminale in 2001 di Kubrick; che annuncia nuovamente come un oracolo eretico neopitagorico, almeno l’arte contemporanea (musica totale Bowie, non un file intercambiabile in qualche Smartphone audio…) innamorante e sovrabbondante di verità-bellezza, cuore di scienza pulsante non stop…
E nuovamente Heroes…. solo per un giorno forse, ma un giorno è la percezione cosmica di una intera vita umana! Non è forse, David Bowie… caduto sulla Terra?
info: LA STAMPA David Bowie
http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/ii-grande-ritorno-del-duca-bianco-futurista/