un comune cittadino non avrebbe mai potuto sapere, neppure chiedendolo al Comune in carta bollata, che l’esproprio del secolare ospedale cittadino, parallelo all’esodo forzato disposto dalle autorità d’okkupazione sanitaria straniere verso lo sperduto ospedale contumaciale di Kona, è stato deciso a partire dal giorno 27 c.m. Decisione in spregio alla millenaria regola prevista dagli statuti comunali di concedere l’autorizzazione all’agibilità di nuove costruzioni prima che siano abitate, risultando che il Comune non ne ha ricevuto la richiesta. E se anche la ricevesse, l’eventuale assenso non potrebbe avvenire prima del 27.
Se il Carlino non ne avesse diffusamente riportato la notizia il giorno 8 c.m. negli articoli firmati da S. Lolli, contenenti pure le interviste ai deportati angosciati, il giorno stesso i cittadini-lettori di giornali non avrebbero conservato il loro status, declassandosi automaticamente a cittadini-sudditi non informati del pericolo d’essere confinati in luogo non agibile come edificio oltre che come ubicazione. Ora invece sanno che nei prossimi giorni la grave necessità di una richiesta al 118 somiglierà al chiedere un passaggio sul carro dei monatti, quindi non è da trascurare l’ipotesi migliorativa di farsi portare in taxi al pronto soccorso di Bologna o Modena. I sindaci di quelle due città, infatti, hanno fermamente preteso che i loro ospedali non degradino ad ospedali contumaciali da campo sotto tiro agli attacchi talebani. Non si corre neppure il pericolo d’infrangere in taxi la regola moralmente tassativa del consumo a “km 0” che vale solo per il consumo di frutta e verdura. Se mangi pomodori siciliani sei un ecocriminale che produce un’infinità di kg di CO2 per scaldare il pianeta. Invece il consumo di sanità a km 0 è una baggianata che non c’entra niente con la produzione di CO2, dato che i miliardi di km percorsi da/a Kona si faranno con salti nell’iperspazio. Il teletrasporto, è noto, è uno dei traguardi della medicina più a portata di mano. Purtroppo non è così per il problema dell’eliminazione genetica dell’usta tramite manipolazione delle staminali, la cui soluzione sembra ancor più lontana dell’eliminazione della forfora.
Paolo Giardini