Benigni, Baricco, Benni e Jovanotti per Matteo Renzi futuro premier.. E a Ferrara???

Per sostenere Renzi
arrivano il produttore
dell'Isola dei famosi
e Baricco

FABIO MARTINI
 

ROMA
Il glamour spettacolare, almeno quello, è garantito. Per la kermesse di fine ottobre con la quale proverà a proporsi come candidato del centrosinistra a palazzo Chigi, Matteo Renzi è andato a pescare nientedimeno che un big della produzione televisiva: dietro le quinte ci sarà Giorgio Gori, già direttore di Canale 5, una fama di manager creativo, da qualche anno produttore dell’”Isola dei famosi”. E se Gori dovrebbe garantire tempi giusti ed impatto emotivo dell’evento, lo scaltro Renzi ha già “ingaggiato” un altro personaggio evocativo, capace di coprire un “segmento” ben diverso: alla stazione Leopolda ci sarà anche lo scrittore Alessandro Baricco. La kermesse renziana di fine ottobre sarà l’ultima di una sorprendente raffica di convention: ben tre, separatamente convocate da clan diversi di trenta-quarantenni, tutti dichiarati rinnovatori del Pd e della sua classe dirigente.

Tre kermesses, una dietro l’altra: il 16 ottobre si ritroveranno all’Aquila trenta-quarantenni prevalentemente di area bersaniana, gli “ortodossi” guidati dal ligure Andrea Orlando, all’insegna di un moderato riformismo laburista. Con una blanda venatura generazionale e un anti-Renzi pronto in caso di emergenza: il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. La settimana successiva, il 22 e il 23, il duo Pippo Civati-Debora Serracchiani ha convocato a Bologna, in piazza Maggiore, la convention “Il nostro tempo”, con una parola d’ordine su tutte: far ritrovare nella stessa piazza Pd e movimenti. E infine toccherà a Renzi chiudere l’ottobre dei quarantenni con la sua Leopolda, fissata per il 28, 29 e 30 ottobre.

E così, mentre dall’altra parte della barricata, si sta tumultuosamente organizzando il dopo-Berlusconi, sul fronte democratico la nuova generazione prova ad uscire allo scoperto, sia pure con personaggi, stili e ambizioni molto diverse tra loro. Renzi resta il precursore. Dopo la sua elezione a sindaco di Firenze nel giugno 2009, il modello-Renzi (Primarie e sfida aperta alla nomenclatura di partito) è stato imitato con successo a Milano da Pisapia, a Napoli da De Magistris, a Cagliari da Zedda. E ora, nella speranza che Bersani si decida ad indire Primarie di coalizione per la premiership, il sindaco fiorentino vuole proporsi oltrechè per il messaggio di rottura («Rottamiamo la vecchia classe dirigente del Pd»), anche per un’identità politica più marcata, di rinnovatore anche della cultura politica della sinistra. Sempre più detestato dai vertici del Pd (Bersani lo ignora, la Bindi e D’Alema non perdono occasione per attaccarlo), sempre più connato come “destro”, Renzi piace però ad alcuni personaggi-icona della sinistra. Come Stefano Benni («Nella mia mente sarai il prossimo presidente del Consiglio»), Lorenzo Jovanotti («Se fai cose che ci piacciono, ti veniamo tutti dietro»), Roberto Benigni (che giorni fa ha bissato una lunga chiachierata a tu per tu a palazzo Vecchio). ...