Kipple Officina Libraria- Agosto 2011/ intervista a Kremo Baroncinij

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OCCHI D'ORO - DI ALDA TEODORANI

E' uscito sul sito Kipple.it un nuovo racconto di Alda Teodorani: Occhi d'oro. L'opera è in formato eBook ed è disponibile sul suo Alda Teodorani's Corner al prezzo di 1€; sugli altri portali del settore sarà presto available al prezzo di 1,49€. Il file ePub non ha DRM, è cioè senza lucchetti digitali e può essere letto su qualsiasi lettore.

La quarta di copertina: Nel cervello dell'uomo dei sogni si nasconde in profondità qualcosa di primordiale e pericoloso...








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INTERVISTA ALL'EDITORE LUKHA KREMO BARONCINIJ

Su CarmillaOnLine c'è una bella intervista a Lukha Kremo Baroncinij, editore della Kipple Officina Libraria nonché connettivista della prima ora.

Parecchi gli argomenti toccati dall'intervistatore, che spaziano dal Connettivismo alle varie forme di arte incarnate dal Kremo, qui sotto vi copincollo un breve estratto:

Kipple Officina Libraria. Da dove è partita l’idea e come si è evoluto il progetto in tutti questi anni? Cos’è che ti interessa di più attualmente? In che direzione si sta muovendo la Casa Editrice?

 

L'idea è partita nel 1995 con l'intento di pubblicare racconti, romanzi e poesie prive di diritti d'autore. Ho cominciato a pubblicare racconti cyberpunk e simili e mi sono presto incontrato con il mondo della fantascienza italiana, e nel gennaio 2000 abbiamo dato vita alla rivista Avatär (oggi sostituita dalla collana Avatar). Dopo 14 numeri e 3 Premi Italia, nel 2005 abbiamo cominciato a stampare libri a livello professionale e a diversificare le collane. Nel 2010 c'è stato il rilancio, con il sito eCommerce e gli eBook. In pratica, ogni 5 anni ci siamo rinnovati, proprio come un piano quinquennale di comunista memoria! La cosa più curiosa è che dopo 15 anni ci siamo trovati a ribadire il concetto da cui siamo partiti pubblicando eBook senza DRM (gestione dei diritti digitali), in questo caso con motivi ben più interessanti che la semplice diffusione di opere di debuttanti.
Oggi abbiamo intenzione di ribadire due concetti: quello dei diritti d'autore e l'idea che i connettivisti hanno della letteratura. Nel primo caso considerando l'importanza di eliminare certi vincoli del diritto d'autore, che rallenterebbero la diffusione della cultura a discapito della qualità, peggiorando l'usufrutto dell'opera da parte del lettore, soprattutto per i libri digitali. Nel secondo facendo propria l'idea di una letteratura non più divisa per generi, ma per idee, quindi la priorità che le idee hanno sull'intrattenimento. Inoltre l'importanza che nella letteratura (e nella lingua) ha l'innovazione del linguaggio che per me non significa sperimentazione fine a se stessa, ma cercare di imitare i moduli operativi del cervello umano, quindi un linguaggio che si avvicini all'ipertestualità insita nel pensiero.










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RECENSIONE A LA PESATURA DELL'ANIMA, DI CLELIA FARRIS


[Letto su Vanamonde.net]



In un Egitto alternativo interamente basato sulle biotecnologie, la poliziotta Naïma viene chiamata a far parte della squadra dei Sette, un gruppo eterogeneo che investiga su casi di omicidio. Usa metodi violenti e discutibili, ma c’è una ragione: se riesce a portare il colpevole al cospetto di Iside entro 24 ore, si può scambiare la sua anima con quella della vittima, riportandola in vita…

Clelia Farris è, a mio avviso, tra i migliori autori di fantascienza che abbiamo in Italia. I suoi romanzi hanno tutte le caratteristiche che vorrei trovare in una buona opera del genere. In primo luogo, l’originalità: i tre titoli che ha pubblicato finora non fanno il verso a nessun filone della fantascienza anglosassone, e non si assomigliano nemmeno molto tra di loro: ogni libro è un’esperienza a sé. In secondo luogo, le idee: quella della Farris è una fantascienza che, pur senza addentrarsi in minuzie scientifiche o tecnologiche, non si limita a creare delle atmosfere, ma inventa situazioni realmente nuove e interessanti e le affronta in modo problematico, come accade nei capolavori del genere. Infine, la densità: non si accontenta certamente di una sola idea per romanzo, ma ce ne mette tante e le fa interagire tra loro in modo imprevedibile, dando davvero al lettore la sensazione di trovarsi in un mondo del tutto nuovo.

 

La pesatura dell’anima non fa eccezione. Già il tema principale, quello di una polizia in grado di far risorgere le vittime, è decisamente potente e pieno di implicazioni. Ma l’idea vincente è quello di ambientare il tutto in un mondo totalmente diverso dal nostro, un Egitto alternativo in un Universo alternativo, in cui l’uso dei metalli è proibito, le case e i mobili sono alberi modificati, mentre animali modificati fungono da mezzi di trasporto e di comunicazione. Un luogo tanto più affascinante in quanto viene dato per scontato: non c’è nessun personaggio che si prenda la briga di spiegarlo al lettore, che deve costruirselo nella sua mente decifrando frasi sibilline e neologismi. C’è persino un personaggio che parla uno slang malavitoso, che viene reso con un linguaggio del tutto campato in aria e pure perfettamente comprensibile, con un autentico virtuosismo letterario.

 

Dopo tanti elogi, però, devo dire che purtroppo La pesatura dell’anima non riesce a raggiungere i vertici di quello che finora è il capolavoro della Farris, Nessun uomo è mio fratello. Il libro diventa sempre più avvincente fino a circa metà; poi però è come se l’autrice ne perdesse il controllo. Troppi personaggi, con troppi cambi di punti di vista, che impediscono al lettore di immedesimarsi. Ma soprattutto, gradatamente il punto focale del romanzo cambia, passando dall’etica alla politica. Che sarebbe anche molto interessante, se non fosse che il sistema politico di questo Egitto inventato è descritto in modo troppo frammentario, e il lettore rimane spiazzato nel cercare di capire cosa stia realmente succedendo.

Nonostante questo, consiglio comunque la lettura di La pesatura dell’anima, un libro sorprendente che, anche se non perfettamente riuscito, rimane comunque parecchio sopra la media della fantascienza italiana.