PIerluigi Casalino :il Gandolfo Giovanni Trio

Le classifiche di vendita non rispecchiano più la reale popolarità di cantanti, gruppi e dischi. Ma in ogni caso “Rock and roll never die!”, dal momento che compilations e dischi importanti continuano a venire alla luce. Ci sono dei brani da suscitare interesse o addirittura di incantare. E siamo ancora agli esordi della rivoluzione. Si snoda, infatti, una teoria di eroi sconosciuti del rock, come quello notturno, desolato e progressivo degli Antlers o del gruppo degli Others lives. Tra i protagonisti ancora poco conosciuti, ma non meno segnati da improvvise e mirabolanti fulminazioni, sono gli attori di un rinnovato mainstream come Michelle Bachman o degli inquietanti linguaggi come Sufjan Stevens, ma anche qualche emergente rockettaro di casa nostra, della nostra stessa Riviera. L’Italroc, lungi dallo smarrirsi nell’attuale firmamento della rivisitazione dei miti di un genere mai al tramonto, si distingue l’imperiese Giovanni Gandolfo. Giovanissimo (classe 1989) e già maturo interprete di una stagione musicale felice e suggestiva, oltre che di ampia progressione postmoderna, Gandolfo si muove tra i vari filoni dell’espressione musicale, dal jazz al rockabilly, al funk, al blues, alla bossanova, al folk, al live, all’esperienza studio. Ex chitarrista solista dei The Wild Pigs, allievo di personaggi come Alessio Mengoni, il pirotecnico Giovanni Gandolfo alterna esecuzioni pubbliche magistrali ad attività didattiche. Impegnato in tournèe di successo in varie parti d’Italia, e non di rado fuori dei confini nazionali (Montecarlo), Gandolfo è docente di chitarra moderna presso “Pantamusica” di Imperia e negli studi genovesi della “AMGI” (Alessio Mengoni Guitar Institute), oltre ad essere autore di dischi e di registrazioni di ottimo livello, in cui trasmette la sua inventiva originalissima. Personalità dirompente, sa recuperare il senso autentico della musica rock e sfodera performance di grande effetto. Sotto questo aspetto riecheggia i sounds di icone irripetibili del Novecento, quali Jimmy Hendrix, Eric Burdon dei leggendari Animals, Pino Daniele, George Benson, Eric Clapton ed altri ancora. Dotato di formazione accademica di prestigio (Music Accademy 2000 di Bologna), approda ad un chamberock originalissimo, coniugando con il suo mood elementi altrettanto fascinosi. Un repertorio che sa perfezionare con introduzioni di stile e di tecnica da maestro. Non si contano gli arrangiamenti per viola, violino, violoncello, chitarra, basso e contrabbasso, batteria e fiati, attraversati da atmosfere talvolta soffuse, ma sempre accompagnate da spettrografie cromatiche e da fraseggi dalle inedite manifestazioni sonore in un susseguirsi di percussioni e di simbologie mai casuali. Il Giovanni GandolfoTrio è la risultante di tutto questo: punto di partenza e non di arrivo di una ricerca continua e dai promettenti orizzonti professionali. Si tratta di un itinerario, quello di Gandolfo e i suoi, che moltiplica le proprie direzioni, snodandosi in un percorso ascensionale, che muove da “Me and I, passando per “The Wild Pigs” e per “Stam Free” in un modello di piani concentrici, che esaltano le qualità di Gandolfo come singolo e in team. Ne emerge un talento di straordinaria versatilità, capace di accendere la passione della scena e di esprimere una carica creativa spumeggiante. Algoritmi e alchimie di un puzzle artistico tutto da scoprire.

 

Casalino Pierluigi, 2.08.2011