Il senso del viaggio di Fabio Clerici, Rupe Mutevole Edizioni

L’accartocciarsi delle parole nei singoli versi, una vena narrativa melodrammatica che si rivolge a se stesso come se fosse un
lettore casuale, ne “Fotografando l’emozione” l’autore mette in risalto il patimento del tempo che scompare d’innanzi all’istante, il
silenzio che rumoreggia nelle contraddittorie metropoli.

“Il senso del viaggio”, edito nel 2011 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni
nella collana “Poesia”, è una silloge poetica di epica fattura. L’autore, Fabio Clerici, ha dato modo di farsi conoscere e di intraprendere
un vero e proprio viaggio metafisico all’interno della memoria della poesia così da portare ogni lettore in diversi paradisi che
opportunamente si rivelano senza alcuna esitazione o paura. È un intimismo che non cela emozione, una cadenza del linguaggio e della
metrica che si incurva su se stessa per poi riaprirsi all’esterno con la magnificenza del “vecchio stile”.

“Il senso del viaggio” presenta
il sottotitolo “Viaggiando nei sensi – Atlante poetico” e consta di 107 pagine, la prefazione è firmata dall’editrice di Rupe Mutevole,
Maria Cristina Del Torchio ed è divisa in due parti fondamentali: “Viaggi con la valigia” e “Viaggi senza valigia”. La silloge poetica
comprende i lavori visivi di Antonio De Blasi che, con le sue illustrazioni di grafite su carta, favoleggia simbolicamente il versificare
di Fabio Clerici.

“Scorre il lento canto di cristallino fiume,/ nell’ospitale letto l’ode a musicar;/ specchiate le colline nell’immutata
acqua/ riflette di vino vero il duplice filar;/ di medievale storia testimoniano i castelli/ eretti a sentinelle di storiche epopee;/ il
ribollir dell’acqua purifica la danza/ di millenar guerrieri cavalcando i lor destrieri,/ del nuovo mondo conquistar; il rio racconta vita
di storia ormai sopita, […]” – “Il lento canto”

Una splendida attenzione verso la musicalità, la semantica e le figure retoriche. Ogni
sintagma nominale è in perfetta armonia con quello verbale. La punteggiatura cade dura su ogni verso per segnare un confine, un confine
temporale tra il passato ed il futuro così da render viva la lirica stessa, un confine territoriale nelle storie di luoghi, di viaggio e di
movimento raccontate. I richiami medievali non hanno forma nostalgica ma al contrario di esaltazione.

“Viaggia il poeta,/ ogni attimo di
fugace tempo/ che la sua penna in parole interpreta;/ viaggia il poeta,/ cogliendo l’esitante sguardo/ che l’emozione svela;/ viaggia il
poeta,/ al mutar di rinate stagioni/ allo sbocciar di nuove creature;/ viaggia il poeta,/ accogliendo il fragore del mare/ il silenzio del
deserto/ il rumore del fiocco di neve;/ viaggia il poeta, […]” – “Il viaggio del poeta”

Lascio link utili per visitare il sito della casa
editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/


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Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni