Alessio Brugnoli-I figli del cyberpunk

 

 


Se dovessi fare una battuta, le idee di critici e curatori sulla Digital Art sono poche e confuse. Molti definiscono gli artisti digitali come coloro che pasticciano sulle foto, aggiungendo texture. Altri si concentrano sul mezzo, il computer, senza concentrarsi sulle basi culturali di questo movimento.

Di fatto, gli artisti che si dedicano a tale linguaggio sono la prima generazione cyberpunk che interpreta e ricrea il mondo secondo la visione intuita e descritta da Gibson e da Sterling.

Il Cyberpunk, come lo definì Sterling, era "Un nuovo tipo di integrazione. Il sovrapporsi di mondi che erano formalmente separati: il regno dell'high tech e il moderno pop underground"

E' questa la base della Digital Art: la contaminazione tra linguaggi e stili differenti. Contaminazione che a differenza di quella propugnata dal Post Moderno, non nasce dall'Alto, da teorizzazioni culturali dotte, ma dall'esperienza concreta di Internet. Un rizoma dove i concetti di Spazio e Tempo sono sostituiti dalla contemporaneità e dove le idee non sono più legata dal principio di Causalità, una causa genera un effetto, ma quello dell'Analogia, la suggestione inconscia che genera richiami e simmetrie tra suggestioni.

Se il Post Moderno, figlio del boom economico, crea un mondo senza tempo, in cui il Passato è visto con nostalgia ed ironia, il Cyberpunk, nato dalla crisi post industriale, imprigiona l'Uomo in Presente tragico, in cui la vita si perde nell'acciaio e l'identità si frammenta in infiniti spazi virtuali...
 
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