“Servirebbe un coordinamento cittadino per portare a Ferrara due importanti mostre che al momento sono ferme”. Sono parole del professor Michail Piotrovski, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Ermitage Italia, che lancia un appello alla città di Ferrara per sbloccare una situazione di stallo dovuta a mancanza di denaro.
Dev’essere successo qualcosa di strano in quel santuario culturale, noto in città per le aperture al pubblico in orari da pensionati e le conferenze internazionali con buffet, se viene lasciato in bolletta e inelegantemente si costringe l’ospite a dover protestare pubblicamente per la defaillance. Difficile pensare solo a sforamenti di spesa per eccesso di pasticcini.
Il prof. Piotrovski, non fa parte del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Ermitage. Quel CdA ha per presidente Marcella Zappatera e consiglieri Alfredo Bertelli, Massimo Maisto, Manuela Paltrinieri e Tiziano Tagliani. I titolari di quei nomi, molti ricorderanno, sono insediati anche in altri coordinamenti chiamati “Comune”, Provincia” e “Regione” per i quali si erano offerti volontari ritenendosi i più idonei, come hanno spiegato in tanti comizi sulle piazze per evitare che altri meno capaci di loro ne occupassero i posti. Eppure ora latitano in quel sancta sanctorum, permettendo un imbarazzante scambio di ruoli. Se i contribuenti chiamati a pagare in aggiunta a quel che già pagano per tutte le spese, buffet compresi, fossero eruditi con qualche informazione in più sarebbe un atto dovuto, ora sono costretti ad accontentarsi di sole illazioni. Possono immaginare, per esempio, che le due “importanti” mostre non siano ritenute tali dai componenti del CdA che fermamente si rifiuterebbero di assecondare iniziative di poco valore (niente di più facile che la raffinatezza degli amministratori determini posizioni inconciliabili con quelle accademiche). Oppure, potrebbero immaginare che il CdA abbia perso la pazienza con il Comitato scientifico che non lascia in deposito a Ferrara opere tratte in prestito dagli sterminati magazzini dell’Hermitage, quando invece una città d’arte ha assolutamente bisogno di richiamare frotte di turisti per tutto il tempo dell’anno (come avviene a Firenze, Roma, Venezia), non dei fuochi di paglia di sporadiche occasioni create a prezzi milionari. Ci fosse una pinacoteca Ermitage Ferrarese, sia pur in versione omeopatica di S. Pietroburgo, il richiamo non equivarrebbe agli Uffizi (l milione e mezzo i visitatori attratti annualmente a Firenze dalla sola Galleria degli Uffizi), ma riuscirebbe almeno a fornire spunti ai pubblicitari della Provincia, costretti l’anno scorso ad ideare una reclame, detta ETG, fatta di belle scatoline contenenti esclusivamente aria.
Sì, sarebbe interessante sentir dire cose simili, segnali di vitalità. Invece, finora le risposte pubbliche da parte delle istituzioni al richiamo del prof. Piotrovski e alle curiosità dei contribuenti sono analoghe agli encefalogrammi piatti. O, perlomeno, somigliano troppo alle Emozioni Tipiche Garantite che si trovano aprendo le suddette confezioni pubblicitarie ETG comprate dalla Provincia per un quarto di milione di euri.
Paolo Giardini