Passa ai contenuti principali

Estense com Giovani intellettuali protestano

-

----Siamo ragazzi poco più che ventenni, già laureati in università o diplomati in prestigiose scuole di recitazione. Abbiamo studiato e accumulato conoscenze e competenze, entrando in contatto e cercando di rubare segreti ai maestri dei nostri differenti settori, da Emilio Pasquini a Nanni Balestrini, da Giancarlo Giannini a Elio Germano, da Francesco Rosi a Pupi Avati.

Ci siamo incontrati, un giorno, su una passione che ci unisce: quella per il cinema e per il cinema italiano nello specifico. Un cinema che conosce oggi una fase di arretramento, solo talvolta interrotta da capolavori isolati. Un cinema che è vittima prima di tutto di una vocazione al consumo che mai dovrebbe coinvolgere le arti e che invece spinge registi e produttori all’eterna ripetizione dell’identico, ammazzando quella potenza innovativa, quella visionarietà, quella capacità di raccontare la storia profonda del nostro paese con la sola forza delle immagini che il nostro cinema aveva da sempre mostrato. Un cinema che è vittima dei tagli alla cultura, allo spettacolo. Un cinema che è vittima della miopia delle nostre amministrazioni.

Insieme, noi ragazzi nati a Ferrara ma emigrati per motivi di studio chi a Bologna e chi a Roma, abbiamo preso atto della situazione negativa del cinema nella nostra città: dallo scandalo tuttora irrisolto del museo Antonioni, alla chiusura di tutte le sale del centro storico seguita all’apertura di una multisala, alla gestione dell’intera programmazione affidata unicamente all’Arci (che fa un lavoro benemerito ma evidentemente non sufficiente), in un duopolio che scinde nettamente tra cinema d’intrattenimento e cinema di qualità e che si spartisce pacificamente il pubblico, senza alcun interesse ad una promozione del cinema di qualità che superi le cerchie ristrette che frequentano abitualmente Boldini, Vigor e Apollo.

Abbiamo preso atto di questa situazione e ci siamo chiesti cosa potevamo fare, noi per primi, per cambiarla, collaborando con realtà che ci parevano sì ferme, ma bisognose solo di qualche energia diversa, di una spinta nuova. E’ nata così l’idea di una rassegna, una rassegna importante, che coinvolgesse nomi di rilievo nazionale ed internazionale per la serata di inaugurazione (due di noi hanno girato l’Italia per il progetto dei 100 film da salvare, collaborando, fra gli altri, con i fratelli Taviani, il critico Fabio Ferzetti e altri) e che avesse ricadute sul tessuto culturale della città, configurandosi come inizio di un discorso più ampio. Dal nostro confronto è venuto fuori dunque il progetto di una serie di proiezioni, alcune dedicate anche alle scuole, sul cinema italiano che ha raccontato la storia dei nostri 150 anni. L’obiettivo era di formare in città un pubblico consapevole, allargando così l’interesse per il cinema di qualità, rendendo quest’ultimo nuovamente fruibile a tutti, spiegandolo anche a chi solitamente preferisce il volto di Massimo Boldi a quello di Gian Maria Volontè. L’occasione, per le istituzioni, era ghiotta: una rassegna già pronta, messa in piedi da giovani, l’anniversario dell’Unità che le conferiva un peso anche di celebrazione.

Abbiamo scritto il progetto, costruito le schede tecniche, il volantino, la locandina, la brochure. Abbiamo inserito grandi film e grandi registi, pur privilegiando uno sguardo obliquo, insolito: dal Vancini di Bronte a I Compagni di Monicelli a Uomini contro di Rosi, da Blasetti a Lattuada, dalla Werthmuller di Pasqualino Settebellezze, al Risi del Sorpasso, da Indagine sopra un cittadino a I Cannibali della Cavani, fino a Radiofreccia, al Tornatore di Stanno tutti bene, al Virzì di Tutta la vita davanti. Quindici film per centocinquant’anni, per raccontare la nostra storia con gli occhi del cinema.

Dopo avere consultato l’Arci ed esserci resi conto dell’impossibilità di limitare i costi, ci siamo mossi per chiedere la collaborazione delle istituzioni, di Comune, Provincia e Regione prima di tutto, della Camera di Commercio e di sponsor che solitamente si mostrano interessati alla promozione di eventi culturali: Carife, Fondazione Carife, IperCoop Estense, Melbook, ecc.

Per due settimane, nessuna risposta.....

CONTINUA

http://www.estense.com/?p=148007

Post popolari in questo blog

AGAR, ISMAELE E MAOMETTO (E L'ISLAM)

Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...

-Heliopolis-Rivista- Delouze e Gattari...Petrongari

 a cura di Sandro Giovannini.Filosofia Estrema       Presentazione di UMBERTO PETRONGARI Il mio saggio (ancora inedito, e – forse provvisoriamente – intitolato Deleuze-Guattari, Sade-Masoch ), è soprattutto sull’ Anti-Edipo di Deleuze-Guattari , opera tale da contrapporsi alquanto nettamente alle posizioni di Masoch, e, soprattutto, a quelle di Sade: anche, quindi (e in particolare), a quelle che emergono dal suo breve scritto su ciò che deve intendersi per repubblicanesimo (scritto dedicato ad ogni francese dallo spirito illuministico-rivoluzionario, al fine di portarlo a pieno compimento).    Ma per quel che riguarda il masochismo, la sua interpretazione deleuziana, mi deriva dalla lettura di uno scritto (del 1967) che il filosofo francese dedica a Masoch. Ebbene, tale scritto, si occupa abbastanza approfonditamente anche del pensiero sadiano, anche allo scopo di chiarire le differenze tra l’uno e l’altro fenomeno (perlomeno a dire di Deleu...

Maria Marchese,Poesia,inedito,Dans Le Miroir -Francese

 VIDEO M Marchese     https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/01/maria-marchesepoesiaineditodans-le.ht ml   .. 𝐬𝐭𝐚𝐦𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐛𝐢𝐬 𝐢𝐧 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚! 𝐀𝐛𝐬𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭... 𝐃𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐞 Maria Marchese 𝐥'𝐢𝐧𝐞𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐃𝐨𝐮𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭 𝐝𝐚𝐧𝐬 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐫𝐨𝐢𝐫 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐚 𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐩𝐫𝐞𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 Maria Marchese 𝐈𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐆𝐢𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐢𝐛𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐫𝐜𝐢𝐬𝐨 𝐘𝐞𝐩𝐞𝐬 𝐉𝐚𝐦𝐚𝐢𝐬 𝐬𝐚𝐧𝐬 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐞́𝐬𝐢𝐞, 𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐮𝐫, 𝐥'𝐚𝐫𝐭, 𝐥𝐞 𝐫𝐞̂𝐯𝐞, 𝐥𝐞 𝐛𝐨𝐧𝐡𝐞𝐮𝐫 𝐞𝐭 𝐥'𝐢𝐧𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐝𝐮 𝐩𝐥𝐮𝐬 𝐛𝐞𝐚𝐮 𝐪𝐮𝐞 𝐩𝐫𝐞́𝐯𝐮! Infospaziodedicato zoomonart.blogspot.com    Continua la ricerca anche in lingua francese della Poetessa e  "esperta" in moda Maria Marchese, nota anche per il Libro, Le Scarpette Rosse,  per certa animazione e interviste articoli Video in riviste specializzate, bel mix t...