Ci sono vite di cui crediamo di sapere tutto. E ci sono vite di cui non sappiamo nulla o poco. Ci sono le immagini salvate dall’oblio che riprendono migliaia di vite anonime. Immagini che vale la pena salvare. Claudio Ughetti, più noto come “Vula”, giovane e già affermato poeta intemelio, svela le icone preziose della sua arte, la poesia, attraverso inediti ritratti di sensazioni ed emozioni provate nel tempo. Fotografie in versi, dimenticate in archivi sconosciuti, che emergono ora in una nuova raccolta dal titolo suggestivo, “Pennellate e Agguati”, pubblicato allo spirare del 2010 dalle Edizioni Vitale della città di frontiera. Gocce di poesia che l’autore ci propone con la sua consueta capacità di decifrare e descrivere le profondità del cuore. Disinvolto nell’utilizzo della parola e, proprio per questo, efficace, fresco e leggero, il poeta giunge al suo terzo incontro con i lettori e la critica con un canovaccio di frammenti ricchi dell’abituale eleganza di stile e di sensibilità. La poesia per “Vula” è prima di tutto suono, che testo e richiama l’attenzione su una coreografia articolata, a tratti compiaciuta, encomiabile nella ricerca di una costante irruenza caravaggesca, ricca di una pulsione di vita irresistibilmente attratta dal disincanto e dal mistero al tempo stesso, pervasa da un languore malinconico e pensoso, sciolto in un andirivieni di luci cangianti. La presenta raccolta ha ancora un appuntamento. La prossima si annuncia come un’autentica sorpresa di significati e di riscoperte di un’intimità ancora inespressa.
Ci sono vite di cui crediamo di sapere tutto. E ci sono vite di cui non sappiamo nulla o poco. Ci sono le immagini salvate dall’oblio che riprendono migliaia di vite anonime. Immagini che vale la pena salvare. Claudio Ughetti, più noto come “Vula”, giovane e già affermato poeta intemelio, svela le icone preziose della sua arte, la poesia, attraverso inediti ritratti di sensazioni ed emozioni provate nel tempo. Fotografie in versi, dimenticate in archivi sconosciuti, che emergono ora in una nuova raccolta dal titolo suggestivo, “Pennellate e Agguati”, pubblicato allo spirare del 2010 dalle Edizioni Vitale della città di frontiera. Gocce di poesia che l’autore ci propone con la sua consueta capacità di decifrare e descrivere le profondità del cuore. Disinvolto nell’utilizzo della parola e, proprio per questo, efficace, fresco e leggero, il poeta giunge al suo terzo incontro con i lettori e la critica con un canovaccio di frammenti ricchi dell’abituale eleganza di stile e di sensibilità. La poesia per “Vula” è prima di tutto suono, che testo e richiama l’attenzione su una coreografia articolata, a tratti compiaciuta, encomiabile nella ricerca di una costante irruenza caravaggesca, ricca di una pulsione di vita irresistibilmente attratta dal disincanto e dal mistero al tempo stesso, pervasa da un languore malinconico e pensoso, sciolto in un andirivieni di luci cangianti. La presenta raccolta ha ancora un appuntamento. La prossima si annuncia come un’autentica sorpresa di significati e di riscoperte di un’intimità ancora inespressa.