Futureshock: Per la fantascienza! di Antonio Scacco

di     Antonio Scacco  
C'è un racconto di James Ballard, Il gigante annegato (The Drowned Giant), dove si narra dell'improvvisa comparsa, sulla spiaggia di una città, dell'immenso corpo di un gigante annegato. La gente accorre in massa ad osservare l'insolito relitto, i cui "enormi muscoli della mano e le ossa dei polsi parevano indicare una forza bruta, ma il delicato arcuarsi della dita e le unghie curate denotavano una certa raffinatezza, accentuata dalle fattezze greche della faccia su cui ora la gente si posava come uno sciame di mosche"1. La massa dei curiosi passa, a poco a poco, dalla curiosità allo stupore e, infine, alla dissacrazione. L'enorme corpo del gigante viene smembrato senza alcuna pietà e impiegato nelle fabbriche di fertilizzanti, nelle più grandi macellerie, nei baracconi dei circhi equestri e nelle ville signorili, per formare, con le costole, degli archi decorativi. Chiaramente, Ballard ha voluto simboleggiare, in questo racconto, lo splendore e il declino delle civiltà del passato, in particolare di quella greca. Ma un mio amico, che per tanti anni ha nutrito un intenso amore per la fantascienza e che, ora, come spesso capita agli innamorati delusi, non ne vuol più sapere, giura che, in Il gigante annegato, Ballard abbia voluto adombrare la fine della fantascienza.
Naturalmente, io ho sempre pensato che l'amara interpretazione del mio amico scaturisse non da serenità d'animo, ma dal risentimento che si accumula in chi, per anni, assiste all'ingiustificata condizione di emarginazione, in Italia, della fantascienza. Tuttavia, è innegabile che, al momento presente, ci siano dei segnali inquietanti. Si pensi all'avvento, in questi ultimi decenni, dell'estetica della contaminazione, che sta portando alla dissoluzione dei generi. Come sostiene Luigi Cazzato, se è vero che "siamo in un periodo di post-avanguardia (…) che recupera i generi che l'avanguardia ha spesso aborrito, è anche vero che questo recupero è attuato nel segno di una dissoluzione, ovvero nel segno della contaminazione verticale, della fusione alto/basso (fra metaromanzo e fantascienza, per fare un esempio), cioè nel segno del rigetto di quella profonda macro-discriminante che ha caratterizzato la letteratura per un secolo intero"2.
Certamente, l'abbattimento di qualsiasi steccato ha sempre avuto un effetto benefico per la fantascienza. Basti ricordare il fenomeno della "New Wave" che, se sollevò violente reazioni fra i lettori di fantascienza, tuttavia, come scrive Asimov, "in complesso fu un fatto positivo. Inferse un duro colpo al modello campbelliano, che cominciava a essere inadeguato ai tempi, e permise di esprimersi liberamente anche a quegli autori che continuavano a scrivere fantascienza 'hard', cioè quella fantascienza che insisteva nel dare maggior rilievo alla tecnica e alle sue invenzioni"3....

 
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