FUTURISMO LATINO!
"....Per quanto riguarda il latino, beh è una parte della mia sperimentazione futurista, anche se non si direbbe.
Marinetti era contrario al latino, per ovvie ragioni storiche, ma solo in quanto simbolo di passatismo paragonato a quella che si prefigurava ( l'italiano ) come la lingua di una nuova Patria, vitale e rinnovata nello spirito.
Purtroppo, a cento anni di distanza , questa nostra Nazione non è affatto vitale e moderna, anche la lingua è in piena decadenza, così a posto di ispirarmi al solito inglese di moda, ho rivolto la mia attenzione al latino, un latino moderno e all'avanguardia, una lingua capace di profonde innovazioni e neologismi che l'italiano spesse volte non consente più, troppo passatista per esprimere concetti poetici di alto valore riformatore.
Come evidente non pongo limiti alla mia ricerca stilistica, e sono sicuro che riuscirò ad aprire la strada per un "futurismo latino", campo assolutamente vergine credo, in Italia e nel mondo."
Eterno ritorno
Prepotente si faceva largo fra le feritoie dell’alta torre di guardia la luce variopinta e fiamminga del primaverile meriggio.
Fuori da quelle antiche rovine era un pullulare di vita, peschi e aranci in fiore, gelsomino e rose selvatiche, persino dalle irte rocce dello strapiombo che sbocciava in mare, sparse qua e là, apparivano toppe di fichi d’india e ginestre, era la vita che risorgeva superando la tirannia di quell’inverno particolarmente rigido.
Ma anche all’interno di quelle vetuste pietre qualcuno voleva far rinascere la vita. Due giovani erano intenti a trascinare un pesante baule lungo rampe ripide e strette, fermandosi solo una volta raggiunta la sala sommitale della torre.
“Nunc bibendum est!” esclamò Francesco Lonnaco, giovanissimo e brillante psicologo di Patti.
Così Giulio Reven, anch’egli di Patti e promettente scrittore, tirò fuori dal baule una bottiglia contenente una particolare mistura, aurea al fondo, argentea in mezzo e plumbea nella parte superiore. Bevvero da quella bottiglia e lentamente si assopirono sotto allo sguardi distratto di una colomba bianca appollaiata ad una delle feritoie.
In paese non li rivide più alcuna persona, solo un vecchio custode che faceva il solito giro di guardia ritrovò i loro abiti,i loro documenti e un bigliettino con su scritto “ ciò che è di Francesco e Giulio vale 1,618 g!”, il tutto all’interno di un polveroso baule incomprensibilmente leggerissimo, con marchiata fuoco sul cofano una scritta per lui incomprensibile: “ASCENDIT A TERRA IN COELUM, ITERUMQUE DESCENDIT IN TERRAM ET RECIPIT VIM SUPERIORUM ET INFERIORUM.”
Il vecchio non comprese ma nemmeno si meravigliò conoscendo le numerose dicerie che circolavano su quel luogo. Da secoli Gioiosa Guardia è testimone e protettrice di guerrieri e viaggiatori che di lì passano, assicurandone ad ognuno il successo e l’eterna fama.
Si narra che il famoso geografo e alchimista Abū ‘Abd Allāh Muhammad ibn Muhammad ibn ‘Abd Allah ibn Idrīs al-Siqillī avesse proprio in quel luogo condotto re Ruggero II per fargli dono di una preziosissima mappa, la più evoluta e pregiata carta topografica del mondo, incisa in una sfera d’argento. In seguito passarono per quella torre numerosi grandi uomini come Goffredo di Buglione in viaggio per la crociata , Don Giovanni d’Austria prima della battaglia di Lepanto e, fra gli ultimi personaggi che le leggende tramandano, Fibonacci di passaggio per recarsi in Algeria, Cagliostro e Jules Verne.
Ed in effetti, nella stessa sala della torre, un’antica scritta è incisa su una misteriosa porta murata e piena di simboli, incastonata in un pentacolo, la quale recita in arabo e in ebraico “ Verso l’immortalità e l’eterna giovinezza”, una scritta che ha un’impressionante somiglianza con quella posta sulla tomba dello stesso Verne collocata ad Amiens, che recita: “Vers l’immortalite jeunesse et l’Eternelle”, inoltre nella tomba vi è effigiato in marmo lo stesso Verne che solleva il coperchio della sua bara e rinasce a nuova vita.
Una leggenda vuole che questa porta conduca direttamente alla Porta Magica di Piazza Vittorio a Roma, fatta costruire dal marchese di Pietraforte Massimiliano Palombara ne 1680.
La struttura stessa dell’ultima sala della torre di guardia ha un aspetto inconsueto, ha la forma di una spirale, la stessa spirale che tanto appassionava Fibonacci….
Ma forse tutto questo è solo una coincidenza, forse quei due ragazzi hanno solo deciso di girare il mondo e chissà, magari li vedremo spuntare in questi giorni… Forse!
ARMANDO DI CARLO NEOFUTURISTA (MESSINA)
(Netdirector La Voce Futurista Webzine-c/Alessio Brugnoli)
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