PER UNA PICCOLA GRANDE PATRIA

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                                                                                 ALMIRANTE.jpgIL BASTIONE DELL'ONESTA'

Esiste ancora, nel villaggio globale del ventunesimo secolo, un Bastione dietro il quale trincerarsi? Un contrafforte dal quale affacciarsi senza il timore di essere colpiti? Una linea del Piave  sulla quale schierarsi a corte, con l’impegno morale di non retrocedere di un millimetro? C’è ancora, in questa democrazia fasulla, fatta di oligarchie politiche ed economiche pronte ad opprimere con l’arroganza del potere chi non vuole infeudarsi, una qualche possibilità di opporsi, nel nome di qualcosa di più alto e nobile?

Il padre di mio padre, commerciante a Ferrara fra gli anni Cinquanta e Sessanta, in un romanzo autobiografico rimasto inedito, scritto nelle lunge ore trascorse nel suo negozio di pelletteria sotto i portici del Duomo, con un riuscito artificio retorico “rimproverava” suo padre per averlo educato ai valori dell’onestà e della rettitudine, dai quali mai si discostò, condannandolo così ad una vita di sacrifici, rinunce ed umiliazioni, mentre i furbi e i disonesti lucravano senza virtù né merito alcune invidiabili e ben remunerate rendite di posizione. 

Ebbene, pescando dal lessico famigliare del mio piccolo ma orgoglioso albero genealogico questo modesto e apparentemente insignificante episodio,  ho trovato l’occasione per dare, alla domanda formulata nel precedente capoverso, una risposta affermativa.

Sì, esiste qualcosa di più alto e nobile. E’ il gusto dell’Onestà, la voluttà che nasce e si assapora, giorno per giorno, al risveglio, nella coerenza dal proprio rigore morale.

Certo, tutto questo ha un costo. Anche salato a volte. Si resta esclusi, ad esempio, dal sistema clientelare attraverso il quale le oligarchie favoriscono i propri adepti a danno e mortificazione degli altri. Si assiste impotenti all’imporsi di una mediocre classe politica “democratica” fatta di persone che hanno come elemento distintivo  unicamente, e tautologicamente, quello di fare politica e la cui legittimazione è tutta interna al meccanismo politico che le genera.

Uomini e donne senza qualità, la cui unica qualità è quella di non averne alcuna. Disposti però a vendere anche l’ultima oncia della propria dignità pur di farsi ammettere, come novelli vassalli, alla munifica mensa dai tanti caporali, sergenti o colonnelli di cui la fauna partitocratica italiana è ricolma.

Un discorso qualunquista? Può darsi. Ma il Bastione dell’Onestà, che porta con sé il disprezzo per questo Occidente imbarbarito e imbelle, dove le false retoriche dello scontro più aspro e dell’inciucio più indegno, agitate all’occorrenza e secondo le convenienze del momento, servono solo a perpetrare, nel Centrodestra come nel Centrosinistra, un sistema di potere corrotto e autoreferenziale e ad offendere e sbeffeggiare chi si rifiuta di piegarsi, è l’ultimo baluardo che forse oggi ci resta e dietro al quale ripararci.

Per carità. Un baluardo privato, fragile e sommamente isolato. Una sorta di “Fortezza Bastiani”, di avamposto sperduto nel deserto, dove attendere magari una vita, come Giovanni Drogo, lo scontro finale con un nemico inafferrabile, cupo e incombente che forse non arriverà. E pur sempre una trincea non conquistata, una “piccola patria” non ancora sconfitta, una “terra di mezzo” dove rimane possibile, malgrado tutto, riconoscerci negli occhi di chi ci sta vicino.

Quos perdere vult, Deus dementat, dicevano i latini.”Il Dio fa impazzire coloro che vuole perdere”. Il volto di un mondo - il nostro - che ha smarrito irrimediabilmente la sua identità e il senso del limite, insieme al discrimine tra Bene e Male e di cui lo squallore morale di chi dovrebbe interpretare le “virtù repubblicane” è solo un esempio, è quello di un treno senza conducente lanciato a folle velocità lungo un binario morto; è quello di uno vorticoso ballo in maschera sui ponti illuminati a giorno di un novello Titanic.

Non resta che il nostro piccolo, ridicolizzato e apparentemente indifeso Bastione. Non è molto, lo so. Ma è soltanto dalle sue fenditure che potrà partire, come un sasso da una fionda, il segnale della riscossa e della ribellione. Perché il punto di non ritorno è terribilmente vicino.

STEFANO GARGIONI

www.ladestraferrara.org

http://it.wikipedia.org/wiki/Stenio_Solinas