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FERRARA E LA NEW ECONOMY

BALBO.jpgNEW ECONOMY E FERRARA

Secondo il New York Times la città di Ferrara potrebbe trascinare l’economia dell’intero paese.
Notizia bizzarra per chi legge con assiduità i nostri quotidiani e la novità potrebbe risultare come l’ennesima presa per il culo da parte degli americani.
Le fonti tuttavia sono attendibili. Secondo una ricerca fatta dalla Ubertus University of USA (U.U.U), le capacità imprenditoriali del ferrarese medio sono meno discutibili di un incallito giocatore di poker: il primo non rischia se non ha almeno una mamma, un nonno, un padre, una cugina sposata con una famiglia che almeno ha un padre, una madre, una zia vigliacca che ha un fratello razzista che si è sposato con la prima cugina che non l’ha detto al parroco il quale, con misericordia, si sente in colpa e va giocare a tombola con la nonna.
Il secondo, ovvero il pokerista, al massimo gioca con gli occhiali da sole.
La U.U.U è arrivata ad una conclusione: Ferrara aprirà nuovi mercati attraverso un Iper-cinesismo che non ha nulla a che fare con la Poltroperosità (termine coniato su misura dagli studiosi statunitensi per indicare la violenta botta di sonno cui sono sottoposti i nostri concittadini appena si recano nella turbolenta piazza ), ma sarà indiscutibilmente celere a devolvere il nostro know-how a famiglie più laboriose e con meno pretese economiche.
La soluzione annunciata dalla prestigiosa Università consiste nel fondere più attività, apparentemente separate, in un caratteristico assedio commerciale post-medio-superato (oggi molto di moda a Chicago e a Kavour), affinché più offerte possano soddisfare le esigenze di tutti.
Karl Krauss in una recente intervista ribadisce il concetto del “sovrappiù”, citando peraltro il giovane Wilde (inventore del rivoluzionario pamphlet “Essere padri, essere in web e smettere di mangiarsi le unghie”e co-fondatore del concetto del “vivere perché altrimenti si muore”), il quale vuole sottolineare che l’emergenza economica costituisce la fonte primaria dello stesso sistema produttivo.
Questa allora la soluzione secondo la U.U.U: il mercato ferrarese è tra i più prolifici al mondo per quanto riguarda il trasporto di pizze a domicilio; siamo quinti al mondo, dopo la Mongolia nell’affrettarsi nel cambiare tariffa telefonica dei cellulari; abbiamo più sportelli bancari per abitante, dopo il Sultanato del Brunei; siamo operosi nell’appoggiare ogni forma di pregiudizio. Queste qualità fanno si che Ferrara possa essere l’archetipo dell’economia demenziale, faro del New Capitalism. Cito l’iniziativa della U.U.U: “…il ferrarese di media cultura, con mamma alle spalle e che non abbia più di 37 anni, dovrebbe aprire una pizzeria d’asporto con sportello bancomat in legno…dovrebbe ogni 30 pizze regalare un cellulare nuovo ma con operatore differente al destinatario della pizza…e dopo 5 mesi vendere tutto ai cinesi che almeno loro sanno riordinare le idee…”
Gli studi intrapresi potrebbero aprire gli occhi a molti di noi. Che non sia l’inizio di un buon Natale?


DAVID PALADA
9 dicembre 2008

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=200225

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