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«Partecipare a queste primarie, solo strumentalmente democratiche, significherebbe abdicare ai principi che mi hanno indotto ad autocandidarmi. La mia è stata una denuncia ai giochi di partito che non coinvolgono la gente». Davide Verri dà un altro strappo ad Alleanza nazionale proprio alla scadenza dei termini disposti dal suo partito - dopo la sua autocandidatura a correre per la presidenza della Provincia - per le candidature alle primarie. Invece di presentare le firme e «stare al gioco», il sindaco di Bondeno - e consigliere provinciale di An - rilancia e conferma la sua autocandidatura a rappresentare tutto il centro destra alle elezioni provinciali. Questo perchè, spiega «non intendo partecipare - e sottolineo il termine partecipare - alle primarie di un partito che tra pochi giorni non esisterà più, sarà privato del suo stesso simbolo e alle elezioni non correrà più da solo. E’ anacronistico. Mi sono autocandidato per una coalizione più ampia, tenendo in giusta considerazione il Pdl già nato a livello nazionale e regionale e in dirittura d’arrivo anche a livello provinciale». Ecco allora che - sottolinea Verri - «queste primarie sono contrarie allo spirito stesso con cui è nato il Pdl, in cui confluiscono Forza Italia e Alleanza nazionale. Lo stesso “vincitore” non avrebbe neppure legittimità, perché rappresenterebbe An, non il Pdl e neppure quella grande coalizione che tutti, a parole, affermiamo vorrebbe essere un’alternativa realistica e credibile per il governo della Provincia. Primarie avrebbero dovuto esserci, ma di coalizione». E il sindaco di Bondeno rileva come «d’altra parte lo stesso senatore Alberto Balboni, in più occasioni, le ha auspicate» pubblicamente. Dunque, spiega Verri, «io mi sono autocandidato denunciando gli accordi presi dall’alto che prevedevano la spartizione delle “quote”, con la scelta a priori di un candidato di An per la Provincia e uno di Forza Italia per il Comune. E le primarie così concepite confermano questa mia tesi, che rende ancor più ridicolo il tanto ostentato patto d’onore messo al primo punto di questa farsa». E Verri ribadisce che se avesse voluto «il beneplacito dei vertici altre strade avrei percorso. Questo modo di procedere rappresenta un’offesa nei confronti dell’intelligenza delle persone perbene che interpretano la politica come una missione e non un mestiere. Una politica, questa cui stiamo assistendo, di piccolo cabotaggio e di cui i cittadini sono stanchi». Ma allora, Verri uscirà da An? «Tutti dovremo uscire da An quando nascerà il Pdl».