Luca Siniscalco: l'utopia Pre-Raffaellita * by Luuk Magazine, Milano

I Preraffaelliti giungono in Italia, a Torino, grazie a una esclusiva concessione della londinese Tate, dove rientreranno al termine del periodo espositivo per essere custoditi in un’apposita ala del museo britannico. “Preraffaelliti, l’utopia della bellezza” vanta settanta capolavori della Confraternita, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia. La mostra è strutturata in sette sezioni tematiche – La Storia, La Religione, Il Paesaggio, La vita moderna, La poesia, La Bellezza e Il Simbolismo – che definiscono un percorso articolato attraverso il quale comprendere i nessi centrali della poetica preraffaellita e assaporare la dimensione estetica e l’atmosfera ideale nelle quali riposa la genesi delle loro splendide opere. Tele indimenticabili quali Ophelia di John Everett Millais, L’amata (La sposa) di Dante Gabriele Rossetti e Sidonia von Bork 1560 di Edward Coley Burne-Jones si inseriscono in un contesto culturale e comunitario affascinante, percorso da stimoli complessi e molteplici, talvolta contraddittori, sempre ammalianti.
Dante Gabriel Rossetti (1828‐1882) Dantis Amor 1860 Olio su mogano, cm 74,9 x 81,3 Donato nel 1920 da F. Treharne James ©Tate, London 2014

Dante Gabriel Rossetti (1828‐1882)
Dantis Amor
1860 Olio su mogano, cm 74,9 x 81,3 Donato nel 1920 da F. Treharne James ©Tate, London 2014




La fondazione della Confraternita dei Preraffaelliti, nel 1848, assurge a lampo rivoluzionario nella stantia cultura e società dell’Inghilterra vittoriana e si distingue per anticonformismo ed eterodossia fra gli stessi fermenti innovatori, destinati presto a ipostatizzarsi in maschere ancor più dogmatiche dello status quo. I Preraffaelliti hanno invece un volto bifronte, come l’immagine tradizionale di Giano: uno è rivolto al passato, al primissimo Rinascimento, a Dante, Shakespeare e la tradizione celtica e medievale – alla dimensione spirituale, insomma –; l’altro guarda al futuro, alle trasformazioni sociali auspicate all’insegna di un socialismo alternativo a quello marxista, capace di abbattere la schiavitù del capitalismo industriale con una posizione corporativista e patriottica. Questa duplice istanza si riflette nell’intera creazione artistica preraffaellita, dominata da un gusto nobile e decadente, in cui la potenza del gesto estetico trasfigura le figure umane e le riconduce in un’orbita intimamente simbolica.
Dante Gabriel Rossetti (1828‐82) Visione di Dante: Rachele e Lia 1855 Acquerello su carta, cm 35,2 x 31,4 Lascito di Beresford Rimington Heaton, 1940 ©Tate, London 2014

Dante Gabriel Rossetti (1828‐82)
Visione di Dante: Rachele e Lia
1855 Acquerello su carta, cm 35,2 x 31,4 Lascito di Beresford Rimington Heaton, 1940 ©Tate, London 2014




Ecco dunque che non è possibile comprendere l’opera dei Preraffaelliti senza collegarla a  suggestioni simboliche e letterarie ben precise. Come non si può capire l’opera di Dante Gabriele Rossetti senza riflettere sul fatto che suo padre, Gabriele Rossetti, è stato un grande studioso dell’Alighieri e uno dei primi interpreti del poeta italiano in chiave esoterica. Da qui il nome del figlio, la cui fascinazione per il mondo della Commedia assume concretizzazione pittorica. Un particolare che sarebbe bene render noto ai visitatori, così come opportuno sarebbe non trascurare il contenuto simbolico – e non semplicemente simbolista – presente nelle tele esposte. Un arricchimento decisivo, questo, ad una mostra di grande valore, primariamente in virtù dei quadri esposti, ma anche grazie a un ottimo allestimento. E il titolo stesso dell’esposizione può rivelarsi consiglio prezioso per noi moderni: un non-luogo di bellezza, in un altrove insieme assente e presente, è sempre alla soglia. Persino oggi...... LMagazine