Emergenza informazione a Ferrara: ecco che cosa persino censurano

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2013/04/05/ferrara-gulag-kona-hospital-il-copione-e-sempre-lo-stesso-by.html
 
*questa analisi critica del noto polemista ferrarese censurata da tutta la libera informazione ferrarese: I RESTI DEL CARLINO  LA VECCHIA FERRARA  ECC.    Ogni commento è superfluo...nota di Asino Rosso  ( E NOI LO RILANCIAMO ANCORA!).
 

  by Paolo Giardini

SI, È STATO UN ERRORE. MA ...”

 

Sì, è stato un errore. Ma ...” è il classico incipit nelle litanie post mortem della nomenklatura per le sgradevolezze lontane quali i gulag staliniani, i carri sovietici in Ungheria nel 56 e a Praga nel 68, il tifo per i khmer rossi specialisti in genocidio o la questione morale sollevata da Berlinguer. Una litania salmodierà prima o poi che i miliardi dei “rimborsi elettorali” arraffati per sbaglio dai partiti (era sfuggito che l’esito del referendum sul finanziamento ai partiti riguardava i soldi, non il nome dato alla sovvenzione) corrispondevano però, pienamente, al controvalore dell’afflato democratico.

Per regola vigente, è esclusa l’ammissione di errori su dettagli locali. Gli assessori al bilancio, per esempio, sono dei portenti, sia quando accumulano debiti paurosi, sia quando non ne fanno per impossibilità di credito. Infatti sono intercambiabili, general purpose. Errori? Nessuno! Nel secondo caso si grida addirittura al miracolo e, per via dei sondaggi che vedono il sindaco in carica “Santo subito”, questi rimarrebbe molto deluso se non fosse canonizzatoi almeno quasi subito.

Si constata però un’eccezione alla regola: la perequazione sociale creata con gli ospedali campestri di Cona e del Delta (disagi uguali per tutti: basta coi privilegiati della bottega sotto casa!ii) tesa ad incoraggiare l’automedicazione nell’attuale Sanità Poveristica, ha messo in luce certi problemi di Cona che hanno indotto alcuni a salmodiare: “Sì, è stato un errore. Ma bisogna capire l’obbiettiva situazione: l’ospedale è là, e conviene fruirne al meglio il suo livello d’eccellenza europeo bla bla bla, .. libidinose camere a due letti con bagno, bla bla bla ...”.

Sì, abbiamo capito: l’ospedale campestre in cartongesso, asperso da acque piovane o liquami di cesso e costi di gestione da portaerei nucleare, va tutelato nonostante la sua criminale collocazione, che in certi casi uccide la gente. Non si dirà che mancano le nostalgie sovietiche.

E perché mai dovrebbe uccidere qualcuno?!” chiederà stupita e offesa la Casta al potere.

Intelligente interrogativo! La risposta consentirà di svelare alla genìa sovietizzante (e ai furbi che la votano) che l’Unico Pronto Soccorso cittadino ora si trova in aperta campagna, a Cona. Significa che i bisognosi di improcrastinabili interventi ospedalieri per i loro ridotti tempi di sopravvivenza (ischemie cardiache, trombosi, ecc.), raggiungono il Pronto Soccorso con tempi di percorrenza aumentati a spese dei minuscoli lassi di tempo volta per volta disponibili.

Per loro, il filo di lana non è più alla distanza di prima, è drammaticamente spostato più in là. L’esatto contrario del Principio di Precauzione! In altri termini, alla Casta dominante non interessa l’eventuale condanna a morte dei trasportati in tutti i viaggi al Pronto Soccorso di Cona di durata eccedente un breve (e sconosciuto) residuo tempo vitale loro concesso!

Un feroce decisionismo, più stupidamente disumano del ritardato permesso d’evacuazione di oltre 4.000 persone da una nave dalla chiglia squarciata prima di rovesciarsi davanti a Isola del Giglio.

Eppure, la percezione della maggior distanza per raggiungere l’ospedale a Cona è intuitiva, quindi accessibile anche alla fragilità di pensiero dell’ostinata Casta che ha perorato la cinica scelta!

Eppure, nella Casta ci sono anche dei medici, che in quanto tali non sono autorizzati al cinismo!

Eppure, è fra le prerogative della Casta l’ottenere dati demoscopici che consentano le verifiche di congruità, peraltro concettualmente banali, trattandosi solo di pesare il “momento” (quantità di utenti moltiplicate per le loro distanze) e confrontarne le sommatorie ottenute nelle due ubicazioni.

Se qualche candidato all’Assessorato alle Demenzialità Comunali volesse opinare che la distanza è un falso problema, provi a contestare i dati seguenti (popolazione 2011), usando l’accortezza di tener presente che le distanze considerate sono quelle “dei percorsi stradali”, non le “distanze in aria” utili solo per i volatili, che anche gli elicotteri non atterrano dappertutto.

 

POPOLAZIONE COMUNALE FUORI CITTÀ NELLE CIRCOSCRIZIONI 2-3-4

Numero di abitanti conteggiato: 31.461 (altri 8.891 abitanti in case sparse non considerati)

Col vecchio Pronto Soccorso in città - Momento primoiii: 344.625

Con Pronto Soccorso Campestre a Cona - Momento primo: 528.887 (+53,47%)

 

 

POPOLAZIONE NELLE 4 CIRCOSCRIZIONI IN CITTÀ E PRIMA PERIFERIA

Numero di abitanti conteggiato: 95.001

Col vecchio Pronto Soccorso in città - Momento massimo possibileiv : 475.392

Con Pronto Soccorso Campestre a Cona - Momento minimo possibilev : 1.045.867 (+120%)

 

SOMMATORIE DEI MOMENTI

Sommatoria dei momenti per Pronto Soccorso in Città: 820.018

Sommatoria dei momenti per Pronto Soccorso a Cona: 1.574.754: il doppio!

 

All’arguta nomenklatura attivatasi per la chiusura del Sant’Anna invece della ristrutturazione, non sfuggirà che il pur cautelativissimo conteggio è drammatico dal punto di vista dei ferraresi per le distanze dal Pronto Soccorso di Cona. Che fa, allora, la nomenklatura? Si vergogna e chiede scusa? Si converte, pronta a battersi per ristabilire la giustizia?

E i medici, che hanno perorato a spada tratta lo spostamento, si sparano, finalmente? Perché la tanto decantata “stabilizzazione” operata sul posto mica sempre funziona. Lo dice il mio medico che la sa lunga per lunghissima esperienza, ma lo dice anche, la Presidente di F I M E U C - Federazione Italiana Medicina di Emergenza - Urgenza e Catastrofi, guarda la combinazione, rispondendo con una mail ad una ragazza di Trento che le aveva posto un quesito affine a quelli che avrebbero dovuto porre i nostri amministratori. Ecco il testo della mail, giuntomi per misteriose vie grazie al passaparola dell’indignazione popolare (il mondo è piccolo, eh?):

 

Certamente la garanzia di un precoce riconoscimento (a casa o in strada) di segni e sintomi di sindrome acuta coronarica (dolore al petto, affanno, stanchezza estrema, perdita di forze), consente un allarme precoce del Sistema di Emergenza 118, stabilizzazione da parte di un TEAM di Esperti dell'Emergenza (Infermieri o Medici ed Infermieri ove necessario) e il trasferimento tempestivo all'ospedale più adeguato in condizioni di sicurezza.

Per maggiore sicurezza anche i familiari che vivono con il nonno possono essere addestrati alla Rianimazione Cardiopolmonare...! (Certificazione BLS-D Laici).

 

Si noti la terminologia usata in successione: “precoce riconoscimento” per riuscire ad avere un “allarme precoce”, seguito da “stabilizzazione” per il “trasferimento tempestivo all’ospedale”.

 

La stabilizzazione è inserita nel contesto di una successione di eventi, cari signori, che comprende non il trasferimento all’ospedale, ma il trasferimento tempestivo (che vuol dire rapido, in tempo utile, al tempo giusto, in agraria è usato come sinonimo di precoce, vuol dire tutto fuorché con calma). Ma soprattutto, nel messaggio della Presidente incombe la necessità della PRECOCITÀ. Dottoressa Ricciardelli capo del 118 che a Ferrara in qualità di consigliera comunale ama puntare tutto sulla sola stabilizzazione, è la sua Presidente che dice questo, dato che lei risulta segretaria di FIMEUC, non dirà che nel resto d’Italia usa altri pesi e misure? Come mai da noi niente campagne per l’addestramento BLS-D?

 

Bastò un tonante “J’accuse…!” a caratteri cubitali di un articolo di Èmile Zola, a scuotere la Francia. Qui non basta un elefantiaco, ridicolo, malfatto e criminalmente ubicato ospedale campestre a scuotere da torpida abulia i politicanti, i cittadini e i magistrati. Auguri, Ferrara!

 

Paolo Giardini

 

*La modestia che lo contraddistingue gli impedirebbe di accettare l’appellativo S. e in spirito di umiltà e servizio si farebbe tutt’al più carico del fardello di anteporre al nome un On. oppure un Sen. Nonostante la pessima reputazione associata a quelle sigle.


 

La geniale metafora della presunta implicita meschinità nell’avere il bottegaio sotto casa fu il punto di forza del sostegno ufficiale dato alla nomenklatura dall’arguto Presidente Provinciale dell’Ordine dei Medici, medico di base propenso alla chiusura del glorioso ospedale cittadino, da 600 anni in città (troppi, troppi..), in uno scambio alla pari con un ospedale in campagna stentatamente edificato in oltre 20 anni (innovativo paradigma costruttivo di nuovo-già-vecchio-da-rifare), ove spedire gli evidentemente tanti suoi pazienti bisognosi di fare del moto all’aria aperta.


 

“momento primo” perché la popolazione di ogni località esterna alla città, borghi, possessioni (esempi: borgo slaccara, ca’ mulino, possessione vegra) essendo aggregata per numeri modesti può essere considerata come equamente significativa dei singoli casi.

 

Mancando i dati relativi al numero degli abitanti dei singoli quartieri cittadini, per un paragone prudenziale fra le ubicazioni dell’ospedale in Corso Giovecca e a Cona riguardo agli abitanti in città delle circoscrizioni, va considerata prudenzialmente la massima distanza possibile da Giovecca e prudenzialmente la minima distanza possibile da Cona. Qui si inserisce il momento massimo


 

Come sopra. Qui si inserisce il momento minimo.