Ferrara: Diego Marani - Scrittore doc -chiede le dimissioni del sindaco Tagliani - politico ogm democomunista (ma stampa e Kultura velinano.....)

 

* finalmente (ma una volta svegliato non si ferma più) dall'Intellighenzia rossa ferrarese, una voce critica importante per cercare una svolta a 360° per una città, ormai ostaggio del kattokomunismo, altrimenti destinata (a meno che non lo sia già) a diventare entro 20 anni villaggio di Rovigo o Bologna o persino Comacchio...  Clamorosa analisi critica e attacco da spirito libero di Diego Marani, tra gli scrittori più innovativi italiani contemporanei, ben noto anche per certa sua peculiarità stilistica e combinatoria linguistica, creativa e ammaliante.
E ora su una questione strutturale a Ferrara, degna  e quasi precursore delle prodezze contemporanee del governo Monti, vale a dire la politica vessatoria della giunta PD sulle multe e l'uso politico ed economico persino dei Vigili (recentemente stufi anche loro di certo andazzo).
Il sindaco Tagliani non ha trovato di meglio che contestare (sic!) la penna raffinata e polemica dello scrittore che in una nuova replica ha tirato le somme: 1+1 fa ancora due nel mondo libero e nel libero pensiero. Tagliani si dimetta!  Va da sè: in qualsiasi altra città, un certo dibattito sarebbe esploso! Invece la stampa locale è in queste ore monopolio della solita bassa retorica di un 25 aprile a una dimensione e il resto dell'Intellighenzia rossa mandarina ferrarese, come sempre silente. Veline non stop (e non le girls dell'ex premier!).
 
Marco Cremonini  Neuchatel/Como
 
 
("CONA Mi aspetto sobrietà. Seguo quotidianemente gli sviluppi del nuovo ospedale di Cona. Spero che dopo vent’anni di attesa, milioni buttati a fare e rifare appalti, inchieste e traversie, l’apertura dell’ospedale non sia occasione per un’inaugurazione in pompa magna che mi sembrerebbe fuori luogo.
 
Ermelindo Zappaterra VIGILI )
 
Una replica al sindaco di DIEGO MARANI
 
Gentile Tiziano Tagliani, sono costretto a impestare di nuovo le pagine di questo giornale con le mie poco edificanti parole per rispondere alle sue, che da quanto vedo tradiscono un certo nervosismo. La capisco: se bastano le mie scenette circensi a far crollare mesi del suo lavoro di mediazione nel negoziato con i vigili, vuol dire che la sua opera doveva proprio valere poco e che lei ha ancora molto da imparare. Come sindaco e forse ancora di più come comunicatore. Respingo categoricamente le accuse di ingiuria che lei mi muove. Le ricordo a questo proposito che al liceo sia io che lei abbiamo studiato una categoria del pensiero che si chiama ironia, che ha sempre fatto molta paura agli uomini di potere.
 
Questa ho esercitato con il mio articolo e come vedo ha avuto i suoi effetti. Arrivare poi a paragonare il mio intervento a una minaccia al corpo dei vigili e metterlo sullo stesso piano di azioni anonime e violente, è a dir poco pericoloso e assomiglia molto a quegli atteggiamenti di antipolitica che lei così calorosamente denuncia. Lei confonde la legittima invettiva aperta di un cittadino che ha tutto il diritto di esistere in una società democratica con l'atto vile della minaccia personale e dell'intimidazione. Questo è un fatto molto grave da parte di un politico eletto ad una carica dello stato.
 
Lei chiama il mio intervento una mancanza di rispetto, con la solita retorica dell'intoccabile che pretende ossequio e immunità di cui abbiamo pieno il Parlamento ma che non accetta di rispondere del suo operato. L'autorevolezza del corpo dei vigili che lei tanto auspica non può venire che dal corpo stesso e non certo da agenti esterni. A questo proposito, misurare l'efficienza di un corpo dei vigili con il numero delle multe affibbiate è come misurare l'efficienza del sistema giudiziario con il numero di ergastoli comminati. Assolutamente insensato. Una riduzione delle multe non può semplicemente significare che i cittadini si comportano meglio sulle strade? La sua irritazione nei confronti del calo delle sanzioni rivela invece un'altra debolezza della sua amministrazione che io vado denunciando da anni e cioè che il bilancio del comune dipende fortemente dalle entrate delle multe per il suo funzionamento.
 
Eccola l'antipolitica! Il taglieggio dei cittadini per far quadrare il bilancio è un'assoluta anomalia che corrode i fondamenti stessi del funzionamento di uno stato democratico e toglie ogni legittimità alle istituzioni che lo praticano. Ma allora, signor Tagliani, se lei è davvero nemico dell'antipolitica, come può governare in queste condizioni? Che cosa aspetta a dimettersi?
 
Diego Marani   
 
NUOVA FERRARA
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