Stefano Vaj in Libro Manifesto "Nuova Oggettività" : intervista

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INTERVISTA A STEFANO VAJ

D- Tra Tradizione e Postumano il libero pensiero del XXI secolo?


R - Con la modernità è morto fortunatamente anche il suo pendant
dialettico, assunto polemicamente in senso positivo da una serie di
autori a partire dalla Belle Epoque, di una Tradizione eterna,
universale e indistinta, che resta altrettanto prigioniera del
paradigma umanista. Un postumano ricco e plurale d'altronde può essere
solo pensato, come è in effetti già il caso per il postumanismo
filosofico, che a partire dal riconoscimento e dalla riattivazione di
tradizioni, filoni, identità che ci insegnano a decostruire appunto il
paradigma umanista che resta dominante nell'occidente cristiano e che
tenta di globalizzarsi.


D- La cultura italiana a una dimensione? Esagerazione o grave handicap democratico? Quali le forze culturali "reazionarie" tutt'oggi prevalenti?


R - Negli ultimi anni stiamo assistendo indubbiamente ad una
"rinormalizzazione" dei messaggi culturali, attraverso la norma
sociale prima ancora che attraverso forme di esclusione legale o
economica. Disgraziatamente, l'accademia, i media, e l'ansia per la
rispettabilità e la carriera in tali ambiti, svolgono in questo un
ruolo deleterio. Ma anche l'esistenza di appositi recinti dedicati
alle varie aree considerate "lunatic fringe" è funzionale al rischio
di una "monotonia" crescente del dibattito.


D- Il contributo transumanista al progetto?


R - Il novero dei partecipanti al progetto è molto variato, e il
principale elemento comune è appunto la ricerca di un nuovo linguaggio
che consenta almeno di confrontarsi al di là del rumore di fondo delle
mille piccole varianti che vedono ognuno dire narcisisticamente ciò
che vuole senza che nulla di ciò che dice conti nulla rispetto alla
crescente sclerosi del discorso dominante. Il transumanismo in questo
certamente rappresenta un elemento essenziale in vista della ricerca
di "nuove oggettività", e non è un caso che sia rappresentato nel
progetto da esponenti di rilievo.


D- Macchine senzienti alla Pitagora o Eraclito saranno possibili un giorno?


R - L'intero quinto numero di Divenire. Rassegna di studi
interdisciplinari sulla tecnica e il postumano
(http://www.divenire.org) è dedicato a questa domanda. La mia risposta
personale è che l'intelligenza è sempre stata artificiale e che come
Gazurmah per Mafarka le nostre macchine e la loro progressiva
"intelligenza" non sono altro che la proiezione faustiana del nostro
spirito nello spazio e nel tempo...

Stefano Vaj *  www.transumanisti.it