Intervista a Lorenzo Mazzoni: per una Nuova Realtà Virtuosamente scorretta


  

Lorenzo Mazzoni, interviste, letteratura contemporanea

 
D- Mazzoni, cronobiografia in libertà
Sono nato a Ferrara nel 1974. Laureato una prima volta in D.A.M.S. e successivamente in Storia e Istituzioni dell'Asia, ignorato dal mondo accademico mi sono dato al viaggio e alla letteratura.
Ho abitato a Londra, Parigi, Sana'a e Hurghada, e vagabondato, oltre che in Europa, in Marocco, Egitto, Turchia, Kurdistan, Yemen, Laos e Vietnam. Innamorato da sempre di Emilio Salgari, dei Segretissimo e di Graham Greene, mi sono dedicato alla narrativa e ai reportage, collaborando con i quotidiani "Il Fatto Quotidiano", "East Journal" e "Il Reporter" e pubblicando numerosi racconti e romanzi, fra cui "Il requiem di Valle Secca" (Tracce, 2006; Finalista al Premio Rhegium Julii 2007), "Ost "(Edizioni Melquìades, 2007), "Le acrobazie mentali di Ivan Mostarda" (Robin Edizioni, 2007), "Un tango per Victor" (La Carmelina Edizioni, 2008), "Porno Bloc "(fotografie di Marco Belli; LineaBN Edizioni, 2009), "La ballata del tocororo (scritto con Enrico Astolfi, Linea BN edizioni, 2009), "Il sole sorge sul Vietnam" (fotografie di Tommy Graziani; LineaBN Edizioni, 2010), "Le bestie/Kinshasa serenade" (Momentum edizioni, 2011), oltre alla serie noir "Nero ferrarese", con protagonista l'ispettore Pietro Malatesta (illustrata da Andrea Amaducci e ristampata in questi giorni con il titolo "Pietro Malatesta: indagini di uno sbirro anarchico", Momentum Edizioni).
Ascolto con devozione musica allucinogena passata di moda da almeno vent'anni e ho fatto di Paco Ignacio Taibo II, Yasmina Khadra e Aidan Hartley i miei eroi (che si vanno a sommare a schiere di implacabili guerrieri della cultura e del buon senso con cui sono platonicamente cresciuto).

 
D-Lorenzo: cyberpunk, minimalismo, new realism, neodadaismo...  o che altro?
Dopo l'uscita del mio primo romanzo, "Il requiem di Valle Secca" è stato detto che la mia scrittura faceva parte della corrente cyberpunk. Credo non sia assolutamente corretto. Sono cresciuto a noir, hard boiled, spy story e libri d'avventura che mi hanno profondamente influenzato. Quello che mi interessa è che le mie siano storie piacevoli e intelligenti per il lettore, oltre che per me. Forse realismo, forse spy, forse un po' di Salgari e un po' di Le Carré... non so, detesto le etichette, non vogliono dire nulla.

D- Letteratura e politica: binomio possibile
Possibile, certo. A volte dannoso, a volte utile. Preferisco utilizzare la narrativa per dare dei messaggi in modo semplice, incuriosire i lettori, fargli presente il mio punto di vista, non so se sia un'operazione politica. Direi piuttosto di sincerità.
 
D- Esiste in Italia un condizionamento ideologico, di qualsivoglia natura?
Purtroppo l'ideologia è morta, sostituita dagli opinionisti, gli aperitivi, i buffoni della tv, gli artistoidi depressi, i calciatori, i governanti. Non è ideologia quella che viviamo e percepiamo: è una pattumiera mediatica. Di qui la deleteria nuova usanza di parlare di tutto e di niente per ogni fatto quotidiano: Gheddafi è cattivo o buono? I Black bloc sono anarchici (anarchici?). Il Premier ha dei bei capelli... immondizia. Opinioni. Fuffa. La gente dovrebbe studiare e leggere di più.
 
D- La parola nell'era di Internet
Tutti scrivono, nessuno legge. Internet ha creato gli scrittori da commenti di post e di forum. Internet ha dato voce a chi non sarebbe mai stato pubblicato da un editore tradizionale nemmeno se lo avesse minacciato con un kalashnikov. Internet ha dato spazio agli ebook, che non profumano e non si possono toccare, che non puoi amare come un libro, ma sono utili e permettono di divulgare pensieri e di rendere un pochino meno poveri gli scrittori. La parola si plasma nella rete. Preferisco i libri con la carta ingiallita.
 
 
* by RobyGuerra, 10/2011
 
 
http://lorenzomazzoni.splinder.com/