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Fiamma Nirenstein: L ’Ordine dei giornalisti si arruola contro Israele

 
Il Giornale, 14 dicembre 2010

E così l’Ordine dei giornalisti ha coronato le bizzarre attività della sua più recente incarnazione, quella in cui ha messo il bavaglio a Vittorio Feltri con atto così proditorio da risultare un’evidente effrazione della libertà di opinione, e adesso ha indetto in nome della libertà di opinione una manifestazione davvero indecente. Ieri infatti proprio presso la sede dell’Ordine e dietro la foglia di fico della presentazione di un libro si è svolto il lancio di una nuova flottiglia per Gaza, e una flottiglia di nuovo gestita dalla stessa organizzazione, l’IHH, che ha portato al disastro del convoglio infausto del maggio scorso, quando 9 persone hanno perso la vita nello scontro con l’esercito israeliano causato dalla provocazione jihadista davanti alle acque di Gaza, dopo che i militanti parapacifisti avevano rifiutato ogni controllo di eventuali armi o finanziamenti diretti a Hamas.

Ha un bel dire, con attivismo improprio e insistito, il presidente dell’Ordine Enzo Iacopino, che la sua IHH è diversa da quella sulla lista nera della Germania e presto anche su quella degli Usa. Questi Stati nostri alleati spiegano questa decisione valutando l'IHH un’organizzazione islamista dedita alla jihad e che definisce la sua attività più che nelle attività caritative, nella distruzione dello Stato d’Israele. Come si fa a dire che siano cose diverse? Che casualità... Si chiamano allo stesso modo e propagandano gli stessi fini, e così lasciano intravedere la vicinanza a Hamas, senza il quale a Gaza non si muove paglia, non si ricevono né si gestiscono doni di chicchessia.

L’Ordine dei giornalisti sa benissimo che proprio sui giornali e alla tv sono apparsi, dopo una prima levata di scudi anti-israeliana, una quantità di analisi e di testimonianze che dimostravano che la prima versione della storia, quella su cui si erano gettati i consueti pescecani, era una gran bugia: la storiella dei pacifisti aggrediti dai perfidi soldati israeliani che volevano impedire ai poveri di Gaza di ricevere i doni della solidarietà internazionale si è infranta sulle testimonianze di giornalisti, da quelli israeliani a quelli turchi, che hanno raccontato l’operazione «freedom flotilla» nella sua realtà. Una grande operazione di provocazione in cui sono purtroppo morte nove persone quando gli israeliani, impreparati senz’altro su quello che avrebbero trovato sulla nave, hanno tentato di fermare la Mavi Marmara, gestita appunto da uomini dell’IHH, quelli che intervistati si dicevano orgogliosi, alla vigilia del viaggio, di andare alla ricerca della shahada, il martirio, per Allah contro Israele.

Il presidente Iacopino però, benché presidente di qualcosa che ha a che fare con le notizie, l’equidistanza, una sorta di anglosassone senso di sé legato al delicato compito di un’organizzazione a cui tutti i giornalisti per obbligo, e non per scelta, sono iscritti, ha agito non solo come se la visione propagandista dei suoi ospiti fosse data per acquisita, ma come se addirittura fosse lecito lanciare dalle sue stanze una nuova pericolosa iniziativa condita di tutti i peggiori luoghi comuni anti-israeliani, quelli più ripugnanti, dello stato di apartheid, della crudele oppressione dei palestinesi, del diritto a fregarsene della sicurezza degli israeliani, ovviamente messa in discussione dalle navi - ben venti! -, annunciate ieri con tutto l’apparato di parole malate del caso e tutto il gruppone degli organizzatori: IHH (era presente il suo vicepresidente Huseyn Oruc, uno dei principali impresari della prima flottiglia), Free Gaza, Infopal... Se qualcuno ha voglia di andare a vedere i loro siti vedrà quale giornalistico fair play caratterizza le loro posizioni, invitate a esprimersi presso l’Ordine dei giornalisti....

 
SEGUE FIAMMA NIRENSTEIN


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